Il rifugiato siriano che dipinge gli orrori dell’Isis

Per mesi l’artista ha nascosto i suoi lavori, poi la fuga da Raqqa

Il rifugiato siriano che dipinge gli orrori dell'Isis

Ha nascosto per mesi i suoi dipinti in un armadio, sotto i vestiti, ma ora, nella pace precaria e difficile di un campo rifugiati, ha trovato lo spazio per tornare alla sua passione e raccontare per immagini gli orrori dell’Isis. Lui è Faysal, ma il nome è di fantasia perché la paura dei miliziani è ancora tanta, un artista siriano scappato da Raqqa, dopo Mosul diventata teatro principale degli scontri contro lo Stato islamico. “Se sospettavano che qualcuno avesse disegnato qualcosa dicevano ‘In questi disegni mettete la vita vera, è proibito’. Ci dicevano che era blasfemo, la consideravano una sorta di idolatria”, racconta. Molte opere sono andate perdute nell’incendio della sua casa data alle fiamme dai miliziani islamisti, così come la sua attrezzatura. Ma è bastato un pezzo di legno per pennello e un mozzicone di sigaretta come carboncino per ridare vita ai suoi lavori che prendono spunto dalla tragica quotidianità della guerra. “Questo disegno mostra un bambino con la cartella che non trova niente su cui disegnare. Così comincia a scrivere su un missile”. L’Isis ha cambiato per sempre la sua vita. “Quando è arrivato lo Stato islamico hanno chiuso le biblioteche, i negozi di dischi, musica e film. Hanno eliminato tutto quello che aveva un rapporto con l’arte”.