Riina jr a Porta a Porta, bufera su Vespa. Bindi accusa: è negazionismo della mafia. Lupi difende giornalista

LA POLEMICA Il capogruppo alla Camera Ap: “Commissione di Vigilanza farebbe bene ad occuparsi del fatto che il servizio pubblico offra un buon servizio”. Fnsi e Usigrai: “I vertici Rai intervengano”. 

vespa

Fulmini da Antimafia e Pd contro la puntata di “Porta a Porta” con intervista di Bruno Vespa al figlio di Totò Riina. “Mi auguro – ha messo in guardia la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi- che in Rai ci sia un ripensamento. Ma se questa sera andrà in onda l`intervista al figlio di Totò Riina, avremo la conferma che “Porta a Porta” si presta ad essere il salotto del negazionismo della mafia e chiederò all`ufficio di Presidenza di convocare in commissione la Presidente e il Direttore generale della Rai”. “In 20 anni di Porta a Porta – ha fatto eco il segretario Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai Michele Anzaldi- Vespa non si è mai occupato del delitto Mattarella e non ha mai invitato in studio il fratello, oggi presidente della Repubblica. Adesso invita il figlio del carnefice. È questo il nuovo servizio pubblico?”. “Dopo la triste vicenda dei Casamonica – ha aggiunto il capogruppo del Pd in commissione Antimafia Franco Mirabelli – sarebbe davvero grave e colpevole se ancora una volta il principale talk show televisivo della Rai tornasse ad occuparsi di mafia non per condannare la criminalità organizzata, non per mostrare le sofferenze che provoca alle vittime e ai loro famigliari, ma per intervistare il parente di un boss. Dare un palcoscenico al figlio di Riina significa spettacolarizzare una vita come quella del boss che ha avuto la responsabilità degli anni delle stragi in questo Paese”.

“Trovo francamente assurde le accuse che si stando muovendo nei confronti di Bruno Vespa, che sta esercitando legittimamente il diritto di cronaca e da giornalista, giustamente, cerca di raccontare i fatti guardandoli da tutti i punti di vista”, afferma Gianfranco Librandi, deputato di Unione Italiana iscritto al gruppo di Scelta Civica secondo il quale, “è francamente curioso, nella cronaca politica così come in quella giudiziaria, che si accettino i retroscena fondati su fonti anonime, voci di corridoio e carte passate sottobanco, mentre si condanni chi vuole raccontare le notizie facendo parlare chi, nel bene o nel male, ne è protagonista”.

“Credo che la commissione di Vigilanza farebbe bene ad occuparsi del fatto che il servizio pubblico offra un buon servizio e tenga l’opinione pubblica informata sui fatti senza chiedere ai suoi giornalisti di abdicare alla propria professionalità e deontologia – dichiara il presidente dei deputati di Area popolare Maurizio Lupi, membro della Commissione di Vigilanza della Rai -. Mentre dalla presidente di una Commissione delicata come l’Antimafia mi aspetterei una maggior cautela nell’uso delle parole, perché il negazionismo della mafia è ben altro”.

“Dopo i Casamonica -hanno denunciato per parte loro Fnsi e Usigrai- stasera a ‘Porta a Porta’ la famiglia Riina. La Rai servizio pubblico non può diventare il salotto di famiglie criminali. Chi strumentalmente vuole invocare presunte volontà censorie, ci dica perché non si dedica almeno lo stesso spazio alle giornaliste e ai giornalisti minacciati, o addirittura sotto scorta, a causa proprio di quelle famiglie. Piuttosto che al libro del figlio di Riina – hanno dichiarato il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani.
– noi avremmo preferito una puntata dedicata a ‘Io non taccio’, scritto da 8 colleghe e colleghi minacciati. I vertici Rai intervengano. Altrimenti il loro silenzio sarà colpevole condivisione, come quella sullo spazio affidato a Luigi Bisignani in prima serata su Rai2”.