Poter contare su un ippocampo capace di neurogenesi (formare nuove cellule nervose) è una condizione indispensabile per assicurare quella lucidità cerebrale basata su memoria, funzioni cognitive ed emotive che normalmente si affievoliscono con l’avanzare degli anni. Quello che è stato evidenziato alla Columbia University di New York, ha dichiarato Maura Boldrini, autrice di un lavoro appena pubblicato, è che l’ippocampo umano, e solo quello umano e non di altre specie anche primati, è in grado di formare nuove cellule nervose dalla fase adolescenziale fino ad oltre gli ottant’anni. Il team di ricercatori della Columbia University ha studiato le cellule nervose – morfologia, angiogenesi, livello di maturazione – in 28 campioni di cervello prelevati da uomini e donne di età compresa tra 17 e 79 anni, deceduti per cause non dovute ad alcuna malattia, comprese quelle di tipo neurologiche e neuropsichiatriche.
Quello che i ricercatori hanno osservato è che, con l’avanzare dell’età, si riduce il numero di cellule progenitrice neuronali. Tuttavia, in tutti i campioni analizzati, la popolazioni delle varie cellule neuronali (intermedie, immature e mature) era presente in egual misura. Questo stava ad indicare che anche in un cervello di un ottantenne c’è una neurogenesi. Ovviamente il cervello di un giovane non può avere un aspetto paragonabile a quello di un ottantenne. Con l’avanzare degli anni i neuroni risultavano meno irrorati, a causa di una ridotta angiogenesi (numero inferiore di capillari), associata da una ridotta neuroplasticità. Ma la notizia sta nella scoperta della capacità dell’ippocampo di essere in grado di generare nuovi neuroni a qualsiasi età, in età avanzata così come in età adolescenziale. I risultati di questo studio sono stati pubblicati questi giorni sulla rivista Cell Stem Cell, primo autore Maura Boldrini. Tra le specie studiate finora, solo nell’uomo è stata osservata una neurogenesi dell’ippocampo fino a otto decade di vita. Peculiarità non osservata nei roditori ma neanche in altri primati. Questo vuol dire che l’evoluzione ha portato l’uomo ha sviluppare questa capacità al fine di assicurare alle future discendenze la trasmissione di informazioni e conoscenze anche quando il fisico mostra tutti i segni dell’età.
Come possiamo fare a mantenere questa capacità il più a lungo possibile? Ovvero mantenere negli anni una buona memoria e delle funzioni cognitive ed emotive. La condizione fondamentale è che i neuroni siano irrorati a sufficienza dal sangue circolante, ovvero che il cervello abbia una buona vascolarizzazione. Per mantenere efficiente la vascolarizzazione cerebrale è necessario seguire uno stile di vita sano e dinamico. Attività fisica, alimentazione sana e variegata, molti interessi e relazioni sociali. Tutte cose che ci siamo sentiti ripetere mille volte ma adesso, grazie a questo studio americano, sappiamo anche su quale componente organica questi comportamenti vanno ad incidere al fine di assicurare il nostro #Benessere mentale. I ricercatori non escludono che queste informazioni possano essere sfruttate per intervenire in soggetti che vivono già una condizione di invecchiamento fisiologico associata ad una condizione patologica.