Domani, mercoledì 9 dicembre, in scena la mobilitazione nazionale indetta da Cgil, Cisl e Uil per chiedere “assunzioni, sicurezza, stabilizzazioni e rinnovo dei contratti” per funzioni centrali, funzioni locali e sanità. Sciopereranno quindi i lavoratori delle funzioni centrali (Ministeri, Inps, Inail, Agenzie fiscali ecc), degli Enti locali e della Sanità (servizi essenziali esclusi) e quelli dei nidi e delle materne, mentre non incrocerà le braccia il resto del personale della scuola. Tuttavia, i servizi essenziali saranno garantiti
“I lavoratori e le lavoratrici pubbliche scioperano perché vogliono che sia riformata la pubblica amministrazione. E non si riforma senza fare assunzioni e investire”, ha affermato alla vigilia la leader della Cisl, la genovese Annamaria Furlan, spiegando che ci sono “350 mila precari che lavorano nel settore pubblici e tra questi 60 mila sono nella sanità”. La protesta è stata proclamata da Cgil, Cisl e Uil e a nulla è servita la convocazione della ministra della Pa, Fabiana Dadone, per giovedì. L’appuntamento è stato ritenuto tardivo dai sindacati che hanno confermato la protesta.
“Se la ministra Dadone voleva evitare lo sciopero ci chiamava prima e non per parlare solo di contratto ma anche di assunzioni e sicurezza. È la dimostrazione che la ministra non ha un’idea di investimenti complessivi sul lavoro pubblica e risposte per le emergenze”. Così fonti sindacali rispondevano alla convocazione della ministra della Pubblica Amministrazione per giovedì’ 10 dicembre, il giorno dopo lo sciopero dei servizi pubblici.