Matteo Renzi mette definitivamente a tacere le voci circolate nelle ultime ore riguardo a un possibile rinvio del referendum costituzionale del 4 dicembre. Ipotesi che il ministro dell’Interno Angelino Alfano, parlando a nome del suo partito (Ncd), si era detto pronto a valutarla. “L’ipotesi dello spostamento del referendum non esiste, punto. Evitiamo di incrociare terremoto e referendum che non hanno niente a che vedere”, ha detto il premier. “Alfano l’ha messo in tono dubitativo, ha dato disponibilità alle opposizioni, era legittimo, ma non è un argomento in discussione, perché il referendum si terrà il 4 dicembre. Ma non perdiamo tempo in queste vicende. Ieri ero in un campo della Caritas, non mi preoccupo di queste cose. Sarà una bella campagna, decideranno le persone, ma questo dibattito è surreale. Pur di non parlare del merito, ogni settimana c’è un argomento a piacere”, ha aggiunto Renzi. Poco prima di lui, fonti di Palazzo Chigi avevano già smentito l’ipotesi di un rinvio. Dunque, Renzi ha già bocciato l’ipotesi. Il referendum costituzionale non verrà rinviato ma si celebrerà, come previsto, il 4 dicembre. Eppure dentro e fuori il Parlamento continua a crescere il partito di coloro che vorrebbero spostare quella data. E quella che fino ad oggi sembrava essere solo un’ipotesi, potrebbe presto trasformarsi in realtà.
Due gli elementi che hanno modificato lo scenario. Il primo è il ricorso dell’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida sui cui si attende il pronunciamento del tribunale civile di Milano. Onida contesta il quesito referendario e, venissero accolte le sue ragioni, il risultato potrebbe essere quello di un’ordinanza con la quale il tribunale incarica la Consulta di decidere su un possibile “spacchettamento”. Tradotto: è difficile che la Corte costituzionale riesca ad esprimere il proprio pronunciamento in un mese, più probabile che se ne riparli in primavera. Il secondo nodo da sciogliere è quello sollevato dall’ex segretario del Ppi Pierluigi Castagnetti che ha focalizzato l’attenzione sul dramma del terremoto (“Ci sono tre regioni coinvolte. Decine di migliaia di sfollati. Non riesco a immaginare in quali luoghi si possa votare all’interno delle zone terremotate e con quali scrutatori”). Difficile dargli torto. Insomma, anche se il premier non sembra intenzionato a cambiare idea, le sue certezze appaiono sempre meno incrollabili. Al punto che anche Alfano, come detto, ha aperto alla possibilità di un rinvio: “Qualora una parte dell’opposizione chiedesse lo spostamento del referendum, mi unirei alla richiesta. Lo dico a livello personale come capo del mio movimento e credo che una richiesta di questo tipo non potrà non essere presa in considerazione”. Immediata la reazione di Forza Italia. “In merito all’assurda ipotesi su un fantomatico rinvio del referendum confermativo – dichiara Renato Brunetta – la posizione di Forza Italia è chiara e cristallina: rinviare la consultazione costituzionale sarebbe da folli e irresponsabili”. Contraria all’ipotesi anche la Lega. A chiudere il caso è Renzi: “L’ipotesi dello spostamento del referendum non esiste, punto”.