Rio de Janeiro, festa e spettacolo al Maracanà: al via XXXI Olimpiade. Pellegrini: “Grande emozione, daremo il massimo”

L’EVENTO  Come da tradizione è toccato alla Grecia, ‘culla’ dei Giochi, aprire le danze e al Brasile l’onore di chiuderle

italia pellegrini

Code quasi chilometriche agli ingressi, ma l’attesa è valsa davvero la pena. La XXXI edizione dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro – la prima della storia in Sudamerica – ha preso ufficialmente il via questa notte con una cerimonia di apertura mozzafiato, un misto di luci, balli, musica e spettacolo in un Maracanà tirato a lucido e vestito a festa. I 60mila presenti nello stadio simbolo del calcio brasiliano non sono andati via delusi, tutt’altro. L’urlo ‘Brasil, Brasil’ nell’imminente preludio alla cerimonia, poi le note di ‘Aquele abraço’ di Gilberto Gil, dell’inno nazionale cantato da Paulinho da Viola e dell’immancabile ‘A Garota de Ipanema’ de Tom Jobim, eseguita dal figlio Daniel e con l’interpretazione della bellissima modella Gisele Bündchen, hanno subito scaldato gli animi. Dopo la musica e lo spettacolo coreografico iniziale – 4800 le comparse, in una cerimonia che ha coinvolto anche 8mila atleti e altrettanti volontari – le delegazioni hanno iniziato a sfilare alle 20.50 ora locale (l’1.50 in Italia). Il cartello che indicava il nome del Paese era ‘trasportato’ su una specie di carretto carnevalesco, guidato complessivamente da quaranta persone (venti uomini, sedici donne e quattro trans). Come da tradizione è toccato alla Grecia, ‘culla’ dei Giochi, aprire le danze, al Brasile, celebrato dall’ovazione del Maracanà è andato l’onore di chiuderle. L’Italia ha fatto il suo ingresso sulla scena come 102esimo Paese (207 in tutti quelli che hanno sfilato), guidata dal capo missione Carlo Mornati e capitanata da Federica Pellegrini.

“Orgogliosa di essere la portabandiera di questa squadra, è una grande emozione. Daremo il massimo”, le parole della nuotatrice azzurra, che, segno del destino, proprio nel giorno della cerimonia di apertura ha festeggiato il suo 28esimo compleanno. E’ la quinta donna italiana a fare la portabandiera azzurra ai Giochi, dopo aver raccolto l’eredità della fiorettista Valentina Vezzali (Londra 2012). Gioiosa e raggiante la ‘Divina’, che indossava un foulard azzurro al collo, mentre alle sue spalle si sono visti alcuni atleti esibire una parrucca tricolore. E via con lo spettacolo in uno stadio, Maracanà, festoso e tirato lucido gremito da 60mila spettatori che si sono goduti uno spettacolo indimenticabile. Quattro anni dopo lo show innovativo ed eccentrico di Londra, il regista brasiliano Fernando Meirelles, uno dei tre direttori artistici all`opera, aveva avvertito tutti in anticipo: in un Paese preda di una recessione economica acuta abbinata a una grave crisi politica, serviva fare il massimo con un budget più limitato. Messo da parte “l’approccio high-tech”, la “grande festa” proposta da Meirelles, che aveva promesso di onorare la “ricchezza culturale popolare brasiliana”, ha dato un ruolo di prim`ordine alla musica del Paese in tutta la sua diversità (cantata in portoghese, contrariamente al Mondiale 2014 dove dominavano spagnolo e inglese).

Nel Paese del carnevale, gli sportivi hanno sfilato sotto lo sguardo di tutto il pianeta e il Maracanà è stato trasformato in un “sambodromo”, con l`esibizione di decine di scuola di samba. Quasi quattro ore prima, è sulle note di “Aquele abraço”, una tra le melodie più celebri di Gilberto Gil, icona della musica brasiliana, che aveva avuto inizio la cerimonia di apertura. Un`introduzione immediatamente seguita dall`ingresso di un migliaio di figuranti, che hanno agitato fogli metallici di cartone improvvisamente trasformati in cuscini giganti che agivano da tamburi. Subito dopo una toccante versione acustica dell`inno brasiliano, cantato da Paulinho da Viola, uno dei più grandi musicisti verdeoro, che si è accompagnato con la chitarra. Dopo un viaggio di quindici minuti attraverso le molteplici tendenza della musica brasiliana, parte costitutiva dell`identità del Paese. A cominciare dalla bossa e l`immancabile “A Garota de Ipanema” di Tom Jobim, seconda canzone più famosa al mondo secondo gli organizzatori: l`ha interpretata suo figlio Daniel, accompagnato dall`ex top model Gisele Bündchen, incantevole con il suo lungo abito dorato. Poi è stata la volta delle espressione delle favelas, dal giovane Cristian Do Passinho (13 anni) che ha interpretato il “passinho” locale, mix di hip-hop e capoeira. Poi, uno duo rap prima di “Pais tropical” di Jorge Ben Jor, che ha infiammato gli spettatori del Maracana, che hanno cantato e tenuto il tempo con le mani.

Nel frattempo, un must del genere: l`evocazione delle tappe salienti della storia del Paese ospitante. Insetti in strutture metalliche che vivono nella foresta amazzonica, caravelle europee che sfidano la tempesta dell`Oceano Atlantico prima di attraccare sulle coste brasiliane, schiavo arrivati dall`Africa per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero, urbanizzazione caotica. Poi il volo del pioniere dell`aviazione, Alberto Santos-Dumont, a bordo del suo 14 Bis, che ha volato in aria sospeso sul Maracana nella notte di Rio, sorvolando le spiagge infinite carioca, sotto lo sguardo della statua del Cristo redentore del Corcovado. A conclusione della cerimonia il Brasile, che ospita la foresta amazzonica,ha lanciato un appello a proteggere la terra dal riscaldamento climatico. Un messaggio esteso alla sfilata delle 207 delegazioni, tradizionalmente aperte dalla Grecia: ogni atleta ha ricevuto un seme da piantare. Dettaglio originale, ogni team è stato preceduto da un carretto con colori vivaci. L`Italia ha sfilato per 102esima, capitanata da una raggiante Federica Pellegrini, portabandiera con foulard azzurro. I decibel hanno raggiunto il massimo con l`ingresso al Maracanà del Brasile, qualche secondo dopo l`ovazione ai rifugiati. La Russia, invischiata nello scandalo del doping di stato, non è riuscita a evitare i fischi, come Michel Temer, presidente ad interim del Brasile dopo la sospensione di Dilma Rousseff. Fuorigioco Pelé per motivi di salute, l`ultimo tedoforo è stato l`ex maratoneta Vanderlei Cordeiro de Lima, bronzo ad Atene nel 2004 dopo essere stato spintonato da uno spettatore. E` stato lui ad accendere il braciere olimpico al Maracanà.