Il Reparto investigazioni scientifiche non opera solo sui delitti che la cronaca, a volte, porta alla ribalta, ma si occupa anche di misteri che spesso non hanno ancora avuto una svolta. Diverse volte difatti, i Ris hanno effettuato accertamenti storici su fatti avvenuti anche centinaia di anni fa. E’ il caso della tomba di Antonello da Messina che, secondo alcuni studiosi, sarebbe sotto la chiesa di Santa Maria del Gesù Superiore nel rione Giostra della Città dello Stretto. Il celebre pittore, infatti, avrebbe indicato in un suo testamento, considerato da alcuni ricercatori autentico e redatto il 14 febbraio del 1479, con il quale esprimeva la volontà di essere seppellito in quel monastero.
Un’associazione sta raccogliendo dei fondi e ha presentato dei progetti per recuperare il sito e effettuare degli scavi per arrivare alla cripta dove potrebbero esserci i resti di Antonello. Gli investigatori dell’Arma di Messina, guidati dal maggiore Sergio Schiavone, hanno subito offerto la propria disponibilità per effettuare uno degli esami più importanti sulle ossa o frammenti che si dovrebbero trovare: quello del Dna. “L’unico problema – spiega Schiavone – è che per poi avere una possibilità di attribuzione quasi certa bisognerebbe individuare dei discendenti di Antonello e questo non sarà facile. Mi hanno riferito che già è in corso una ricerca genealogica e storica, tuttavia non sarà semplice. Noi comunque siamo a disposizione della comunità per permettere con le nostre competenze di accertare la verità”. Il reparto speciale dell’Arma di Messina è composto da investigatori altamente specializzati. In Italia di divisioni specializzate come quella di Messina ce ne sono soltanto quattro. Il nucleo messinese opera in Sicilia e Calabria. Mediamente ogni anno ha a che fare con 150 delitti.
Schiavone in un libro scritto di recente con Antonio Nicaso, ‘Cacciatore di tracce’, racconta come si evolve un’indagine, ricostruendo episodi realmente accaduti, come l’attentato a Giovanni Falcone, la strage di Nasiriyya l’omicidio di Meredith Kercher. “Oggi è più facile – dice ancora l’ufficiale – fare degli accertamenti su intrighi di secoli fa attraverso indagini genetiche e altri accertamenti scientifici resi possibili da alcuni anni grazie anche alla nuove tecnologie”. Una ipotesi d’indagine era dimostrare che il Dna dei messinesi era mutato dopo il terremoto del 1908. Tutto iniziò dopo uno studio effettuato dai ricercatori responsabili della più grande banca di cordoni ombelicale d’Europa a Sciacca. Erano, infatti, riusciti raccogliere molto materiale biologico per acquisire cellule embrionali identificando il profilo genetico per varie malattie. Nella ricerca si evidenziava questa mutazione del Dna dei messinesi che, per i ricercatori di Sciacca, poteva essere dovuta al terremoto del 1908 perché durante il sisma si liberò un gas radioattivo, il radon. Un caso eccezionale perché se fosse stato realizzato il progetto, avrebbe dimostrato che un singolo evento, seppur così catastrofico, poteva modificare il patrimonio genetico, mentre come è spiegato nella teoria dell’evoluzione, ci vogliono migliaia di anni perché questo accada.