Nella Regione Lazio, il Covid-19 sta tornando a diffondersi con preoccupante intensità. Secondo i dati raccolti dalla Rete della Fimmg Roma, ogni medico di famiglia registra da uno a tre nuovi casi di Covid-19 al giorno. Questa risalita dei contagi avviene in un contesto di monitoraggio notevolmente ridotto, con il sistema di rilevamento dei tamponi quasi smantellato, rendendo difficile avere un quadro chiaro della situazione nazionale.
La Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Roma ha già lanciato un allarme ai medici di famiglia. Tra le raccomandazioni, si sottolinea l’importanza di reintrodurre misure di protezione negli studi medici, come l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale. È fondamentale adottare queste precauzioni per proteggere le persone più vulnerabili, tra cui gli anziani e i soggetti con condizioni di salute preesistenti.
Maria Corongiu, infettivologa e presidente della Fimmg Roma, ha sottolineato la gravità della situazione: “La patologia influenzale ha lasciato la via a un ritorno importante della malattia Covid-19, che ha continuato a circolare in background nei mesi successivi all’inverno”. La dottoressa Corongiu ha espresso preoccupazione per la possibile presenza di nuove varianti in Italia, menzionando come la variante KP3 abbia già preso piede negli Stati Uniti. Uno dei problemi maggiori, ha spiegato la dottoressa Corongiu, è la cessazione delle misure di prevenzione e controllo. “Il monitoraggio dei tamponi è stato interrotto, e quindi il rischio di contagio per le persone anziane e fragili è elevatissimo”, ha dichiarato. A peggiorare la situazione, il 30 giugno è caduto l’obbligo di usare protezioni individuali negli ospedali.
Un altro aspetto critico riguarda i dati ufficiali, che presentano diverse lacune. Molti cittadini effettuano i test in autonomia e non sempre comunicano l’esito al proprio medico, portando a una consistente sottostima delle infezioni reali. Attualmente, nel Lazio l’incidenza del Covid-19 è di 18 casi ogni 100.000 abitanti, con le reinfezioni che rappresentano il 48% dei casi. Il sistema nazionale ha rilevato 1007 casi nella Regione Lazio e 5548 in tutta Italia. Tuttavia, questi numeri sono considerati indicativi e non rispecchiano pienamente la realtà, a causa delle limitazioni nel monitoraggio e nella raccolta dei dati.
In sostanza, la situazione nel Lazio richiede un’attenzione particolare, soprattutto per proteggere le fasce più deboli della popolazione. È fondamentale che le autorità sanitarie e i cittadini collaborino per adottare le misure necessarie a contenere la diffusione del virus, in attesa di un miglioramento del sistema di monitoraggio e di una maggiore consapevolezza sull’andamento dei contagi.