Riscossione Sicilia sotto esame dell’Ars, nasce sottocommissione. Fiumefreddo pronto a lasciare

L’Assemblea regionale siciliana pronta a valutare la sostenibilita’ finanziaria e funzionale di Riscossione Sicilia. L’ente regionale, al centro di una battaglia politica, combattuta anche a colpi di denunce e querele, e’ sull’orlo della liquidazione dopo lo stop, nella seduta del 29 dicembre, alla norma della Giunta che stanziava 2,5 milioni per la ricapitalizzazione. La commissione Bilancio ha dato il primo via libera a una sottocommissione il cui insediamento e’ previsto per giorno 12: “Avremmo potuto procedere anche a fine dicembre, ma non c’era nessuno – spiega il presidente della II Commissione Vincenzo Vinciullo (foto) – disponibile a presiedere la sottocomissione”. E quale sara’ la mission dell’organismo? “Certamente mettere mano a un nuovo ddl per la ricapitalizzazione di Riscossione – spiega – ma, se la commissione lo riterra’ opportuno, anche verificare e vagliare la sostenibilita’ finanziaria dell’ente. Tutti vogliono tutelare i lavoratori, ma dobbiamo essere certi che gli sforzi economici non finiscano in un buco nero”.

Che la condizione della societa’ non sia florida non e’ un mistero. E adesso la politica regionale potrebbe cedere alla tentazione di chiudere questa storia e di affidarsi a Equitalia, come altre regioni. Ieri a prospettare questa strada e’ stato il Codacons. Resta tra le ipotesi sul tappeto, sebbene il governatore Rosario Crocetta lo consideri un “errore fatale. “La contrapposizione tra i vertici di Riscossione e l’Ars – ribadisce – non puo’ essere usata per gettare a mare un ente che deve essere salvato perche’ assicura introiti alla Regione”. La procura di Palermo ha avviato una indagine conoscitiva e ha convocato per giovedi’ il presidente della societa’ Antonio Fiumefreddo il quale ha denunciato pressioni da parte di settori della deputazione regionale, parlando di “lobby trasversale”. Adesso, se da una parte chiede alla Commissione bilancio di potere presentare il nuovo piano industriale, dall’altra si dice pronto a farsi da parte: “Abbiamo fatto un lavoro enorme, ma se la politica lo riterra’ potra’ essere interrotto in ogni momento. Sono disponibile a lasciare ad altri l’impegno se la mia opera non godesse della fiducia del Parlamento”.

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