Resta altissima la tensione tra AstraZeneca e la Unione Europea sulla questione dei ritardi nelle consegne dei vaccini anti-Covid-19. La società ha cancellato un incontro previsto per oggi e risponderà invece per iscritto ai rilievi della commissaria Stella Kyriakides, che ha chiesto in una lettera il motivo dei ritardi delle consegne. E’ stata una portavoce della Commissione europea a confermare che i rappresentanti di AstraZeneca non parteciperanno alla riunione di stasera con gli esperti della stessa Commissione e degli Stati membri nello “Steering Board” sui vaccini. “Posso confermare che in effetti per stasera era programmata una riunione dello Steering Board, e AstraZeneca ci ha informato stamattina che la loro partecipazione non è confermata, che non avverrà”, ha detto la numero due del servizio del Portavoce della Commissione, Dana Spinant. “Il soggetto dei vaccini è stato affrontato brevemente alla fine della riunione del collegio dei commissari”, in cui è stato sottolineato che “è importante che le strategie di vaccinazione vadano avanti”, ha riferito la portavoce. Sulla controversia sui vaccini con AstraZeneca “ci sarà una posizione on the record della Commissione europea”, ha annunciato Spinant, oltre a un briefing tecnico “off the record”.
AstraZeneca era stata invitata alla riunione dello Steering Board per dare spiegazioni sulle ragioni del forte ritardo nelle consegne dei vaccini anti Covid agli Stati membri previste nei prossimi mesi, ritardo che la casa farmaceutica anglo-svedese aveva annunciato, a sorpresa, venerdì, evocando problemi di produzione. Dopo altre due precedenti riunioni, lunedì mattina e lunedì sera, a cui AstraZeneca aveva partecipato, la Commissione aveva espresso forte insoddisfazione per le risposte ricevute, e aveva convocato la casa farmaceutica stasera per la terza volta. In un’intervista l’ad del gruppo farmaceutico Pascal Soriot ha sostenuto che AstraZeneca non ha obbligo contrattuale di consegna dei vaccini all’Unione, ma un impegno a fare “i migliori sforzi” per rispettare le consegne. Dopo i ritardi annunciati da AstraZeneca e da Pfizer-BioNTech nelle consegne la Ue ha annunciato che i produttori di vaccini nell’Unione dovranno “fornire notifica anticipata se vogliono esportare vaccini in Paesi terzi”. AstraZeneca è stata accusata dal commissario per l`emergenza Covid, Domenico Arcuri, di trattare l`Italia e l`Ue come “poveracci” nella corsa al vaccino di Oxford che venerdì dovrebbe essere approvato dall`Ema. È stata minacciata di “cause legali” dal premier Giuseppe Conte dopo la riduzione della consegna delle dosi del “60% nel primo trimestre 2021: in Italia 3,4 milioni anziché 8”.
“Siamo stati piuttosto specifici con l`Ue – ha aggiunto l’ad del gruppo farmaceutico Pascal Soriot -. Anche noi siamo delusi: ci piacerebbe riuscire a produrre di più. A febbraio consegneremo all`Europa una quantità soddisfacente, simile agli altri produttori. Stiamo lavorando 24 ore su 24, sette giorni su sette per risolvere i problemi”, spiega. “Appena avremo l`approvazione Ema, l`obiettivo è recapitare all`Ue 17 milioni di dosi entro la fine di febbraio. Di queste, 2,5 circa in Italia”. “La produzione del nostro vaccino è composta da due fasi – ha spiegato Soriot -: una è la creazione del principio attivo in due stabilimenti in Belgio e Paesi Bassi, l`altra è la resa in farmaco, in due centri in Germania e Italia, ad Anagni (nella fabbrica Catalent, ndr), dove state facendo uno straordinario lavoro. Le difficoltà nascono nella prima fase. Alcuni siti generano più ‘raccolto’, altri meno, come purtroppo accaduto in Europa – ha detto ancora l’ad di AstraZeneca -. Queste disfunzioni capitano quando si aumenta la produzione a centinaia di milioni di dosi di un nuovo vaccino. Abbiamo due mesi di ritardo, ma risolveremo questi problemi”.
“Il contratto di fornitura con il governo britannico è stato firmato tre mesi prima di quello con la Ue. Abbiamo avuto il tempo di prepararci. I fatti sono questi: il primo contratto di fornitura tra AstraZeneca e il governo Johnson è avvenuto tre mesi prima dell`intesa con l`Ue – ha insistito Soriot -. Oxford era già in stretto contatto con il governo britannico: si sono organizzati per tempo e hanno avuto una partenza lampo. I problemi in Ue sono stati un caso e di certo non sono intenzionali. Io sono francese, molti dirigenti sono europei, la nostra multinazionale è britannico-svedese: come potremmo mai fare una cosa simile all`Ue? Tra l`altro, al momento, all`Europa va il 17% della produzione totale del vaccino di Oxford/AstraZeneca, nonostante gli europei siano il 5% della popolazione mondiale. E poi questo è un vaccino no profit per noi. Non ne ricaviamo un soldo”. E sull’accusa che venga venduto ad altri Paesi replica: “Questa accusa è insensata, perché, ripeto, sul vaccino anti coronavirus non facciamo profitti. Lo so, siamo tutti stanchi di questa pandemia, il mondo vuole vaccinarsi e i governi sono sotto pressione: lo comprendo appieno. Ma noi di AstraZeneca non dirottiamo certo i vaccini degli europei verso altri Paesi. Sarebbe illogico e controproducente da parte nostra, dopo il nostro pubblico impegno”, ha assicurato.
“Non c`è alcun obbligo verso l`Ue – ha chiarito Soriot -. Nel contratto con gli europei c`è scritto chiaramente: ‘Best effort’. Ossia: ‘faremo del nostro meglio’. Lo scorso agosto, l`Ue voleva avere la stessa capacità produttiva del Regno Unito, nonostante il contratto firmato tre mesi dopo Londra. Noi di AstraZeneca abbiamo risposto: ‘Ok, faremo del nostro meglio. Ma non possiamo impegnarci contrattualmente perché abbiamo tre mesi di ritardo rispetto al Regno Unito’. E così è stato. Non abbiamo dunque obblighi contrattuali con l`Ue, ma solo un impegno a fare il massimo’. Ma allora non ci sono le basi per un`azione legale dell`Italia, come ha minacciato giorni fa Conte per il ritardo delle dosi? “Le ho detto quello che c`è nel contratto. Ed è molto chiaro. Il nostro impegno è basato sul ‘best effort’: faremo il massimo sforzo”, ha concluso l’ad di AstraZeneca.