di Carlalberto Mineo
Al Museo Salinas di Palermo è esposta dall’11 Maggio, per la prima volta in Italia, Barbablù, la famosa Testa di Ade proveniente da Morgantina. Il particolare nome col quale è stata ribattezzata è stato dato per il colore della sua folta barba a riccioli. L’uso del colore ha un chiaro valore simbolico: l’azzurro, infatti, con cui è resa la barba, privo di riferimenti realistici, richiama il concetto di eternità per l’assimilazione con il colore del cielo, ma ha anche riferimenti funerari, ben relazionandosi, dunque, all’immagine del dio degli inferi. L’esposizione è stata resa possibile – in attesa della conclusione del procedimento giudiziario e della definitiva assegnazione alla Regione Siciliana – grazie all’autorizzazione del Sostituto Procuratore di Enna Francesco Rio. Questi ne ha disposto temporaneamente la giudiziale custodia al Direttore del Museo Salinas, Francesca Spatafora. La Testa di Ade si trova all’interno di una sala appositamente predisposta. L’allestimento, particolarmente suggestivo è stato curato dall’Architetto Stefano Biondo, e ricrea tutti gli elementi simbolici e cromatici che caratterizzano l’iconografia legata al culto del dio degli inferi.
La storia di questa splendida opera della coroplastica greca è particolare e intricata. La testa fu trafugata negli anni settanta dal sito archeologico di Morgantina. Arrivata nel mercato antiquario l’opera fu acquistata dal magnate americano Maurice Tempelsman e nel 1985 acquisita dal Paul Getty Museum di Malibù. Il sospetto della provenienza da Morgantina nacque da un confronto tra un ricciolo dal colore blu custodito nel magazzino del Museo di Aidone, pubblicato poi nel 2007 da Serena Raffiotta nel suo studio sulle terrecotte figurate da Morgantina, e la testa dalla folta barba blu conservata al Getty ed esaminata da Lucia Ferruzza nell’ambito della sua pubblicazione sulle terrecotte figurate del museo statunitense. L’esito della comparazione tra i due reperti si rivela positivo e il Getty manifestò nel 2013 la volontà di restituire l’opera all’Italia. La provenienza da un luogo di culto dedicato a Demetra e Kore, figure centrali della religiosità antica in Sicilia, ha permesso l’identificazione della testa con il dio dell’oltretomba. Non è escluso che la statua di Ade possa essere stata associata a quella di Persefone, ed entrambe destinate a un ambiente del santuario di San Francesco Bisconti da cui verosimilmente provengono anche i due acroliti di marmo e la cosiddetta Dea di Morgantina. L’opera in fine rientra in Italia il 29 gennaio del 2016 attraverso rogatorie internazionali della Procura della Repubblica di Enna, con la collaborazione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Nucleo di Palermo e la disponibilità del Consolato Italiano a Los Angeles e del Paul Getty Museum di Los Angeles. FOTOGALLERY
(Foto di Sandro Garrubbo e Giuseppe Mineo)