Il corpo senza vita di Giulia Cecchettin è stato ritrovato in un canalone lungo la strada che da Pian Cavallo scende verso Barcis, nelle vicinanze del pittoresco lago della Valcellina. Il tragico evento ha sconvolto la tranquilla cittadina di Barcis, situata nella provincia di Pordenone. La macchina delle indagini si è subito messa in moto quando, poco distante dal luogo del ritrovamento, è stata individuata una Fiat Grande Punto nera. Gli investigatori stanno attualmente cercando di confermare se il veicolo appartenga all’ex fidanzato della vittima, Filippo Turetta, attualmente oggetto di un mandato di arresto europeo emesso dalla Procura di Venezia. I due giovani scomparsi dal Veneziano nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre.
La strada tra Pian Cavallo e Barcis è stata prontamente chiusa al traffico per preservare la scena del crimine e impedire l’arrivo di curiosi. Lino Cecchettin, il padre addolorato della giovane Giulia, è stato accompagnato dai Carabinieri dalla sua residenza a Vigonovo a Barcis per l’identificazione della figlia. Sul luogo del ritrovamento sono intervenuti anche i dirigenti della Procura di Venezia, che hanno espresso la speranza di ottenere una ricostruzione accurata degli eventi da parte di Filippo Turetta. Il procuratore capo, Bruno Cherchi, ha lanciato un appello affinché Turetta ponga fine alla sua fuga e si costituisca per fornire la propria versione dei fatti.
Nel frattempo, l’avvocato di Turetta, Emanuele Compagno, ha trasmesso le profonde condoglianze dei genitori del suo assistito alla famiglia di Giulia Cecchettin, definendo l’accaduto una tragedia inaspettata. Compagno ha sottolineato che, secondo quanto riferito dalla famiglia di Turetta, l’ex fidanzato non avrebbe mai manifestato segni di aggressività nei confronti della giovane vittima. Contrariamente a voci che suggerivano un presunto rapporto morboso e possessivo tra Turetta e la Cecchettin, l’avvocato ha smentito tali affermazioni, cercando di chiarire che non vi era alcuna premeditazione nell’omicidio.
Compagno ha ribadito che se Turetta avesse avuto intenzioni premeditate, non avrebbe riportato la vittima a casa dopo l’incidente avvenuto alla Nave de Vero con Giulia. Egli ha sostenuto che l’evento potrebbe essere stato una lite che è degenerata tragicamente, suggerendo che Turetta potrebbe aver perso il controllo delle sue azioni in modo inconsapevole. La comunità di Barcis è attualmente sconvolta da questa tragedia, mentre le indagini continuano per gettare luce su questo drammatico episodio che ha colpito le vite di Giulia Cecchettin e di coloro che le erano vicini. La Procura di Venezia, che indaga sulla scomparsa della giovane coppia di cui oggi è stato ritrovato il corpo senza vita di Giulia, ieri ha disposto l’iscrizione di Filippo Turetta nel registro degli indagati “in relazione al reato di tentato omicidio anche a sua garanzia al fine di consentire le necessarie attività irripetibili”.
Sul ragazzo, in pratica, pende un mandato d’arresto europeo firmato dalla Procura di Venezia. Ora si cerca l’auto di Turetta che era stata avvistata domenica alle 9.07 in località Ospitale di Cortina, in direzione Dobbiaco. L’ultimo transito sicuro del veicolo è stato a Linz (Austria), in Tirolo, mercoledì. Ora sono in corso una serie di accertamenti per verificare l’eventuale presenza della Fiat Grande Punto nera di proprietà di Turetta. Il cellulare di Turetta risulta spento dalla sera della scomparsa dei due. L’unica attività registrata nei giorni seguenti è quella della messaggistica di WhatsApp perché collegata e condivisa sul pc che Filippo aveva a casa e che è stato sequestrato durante la perquisizione effettuata ieri pomeriggio nella sua abitazione, delegata dalla procura di Venezia. Per il momento, a parte il collegamento con il server di WhatsApp, non risultano nuove localizzazioni dello smartphone.
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio: “Ho seguito con apprensione gli aggiornamenti sul caso e, fino alla fine, ho sperato in un epilogo diverso. Il ritrovamento del corpo senza vita di Giulia è una notizia straziante. Ci stringiamo al dolore dei suoi familiari e di tutti i suoi cari. Mi auguro sia fatta presto piena luce su questo dramma inconcepibile. Riposa in pace.”
Maria Elena Boschi, deputata di Italia Viva: “L’epilogo più terribile, il dolore più grande. Con il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin l’Italia piange l’ennesima donna uccisa dalla mano di chi diceva di amarla. E davvero non ne possiamo più. Un abbraccio alla famiglia.”
Ignazio La Russa, presidente del Senato: “A una settimana dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne apprendiamo con dolore la notizia di un altro femminicidio, l’ennesimo da inizio anno. Un’altra donna uccisa da chi sostiene di amarla. Per l’assassino nessuna giustificazione, nessuna scusa. Ai familiari di Giulia Cecchettin le sentite condoglianze mie personali e del Senato della Repubblica.”
Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca: “La aspettavamo alla discussione della sua tesi. Ma Giulia non c’è più e al suo posto c’è un immenso dolore. Educhiamo i nostri ragazzi al rispetto. Educhiamoli ai sentimenti. Non c’è altra strada.”
Matteo Renzi, leader di Iv: “Non ci sono parole possibili o credibili per Giulia. Aveva 22 anni, la tesi di laurea pronta, una vita davanti. Ora c’è solo il dolore e la vicinanza alla famiglia. Ma rimane la rabbia per non aver impedito l’ennesimo femminicidio: la società cambierà solo se per primi noi uomini spiegheremo ai nostri figli, maschi, che l’amore non è mai possesso, non è mai violenza, non è mai ossessione”.