Politica

Governo brasiliano: atto di “golpismo” e “terrorismo”. Oltre mille arresti

Oltre mille sostenitori di Jair Bolsonaro sono stati arrestati a Brasilia a seguito degli attacchi alle sedi delle istituzioni democratiche del Paese. “Abbiamo già identificato tutti i 40 autobus che sono andati a Brasilia e tutti i finanziatori di questi autobus. Ci sono ancora persone, in questo momento, su internet, che parlano di proseguire gli atti terroristici. E non saranno in grado di distruggere la democrazia brasiliana”, ha dichiarato il responsabile della Giustizia brasiliano Flavio Dino, che ha condannato l’assalto definendolo un atto di “terrorismo” e di “golpismo”. A poco più di due anni dall’assalto dei sostenitori di Donald Trump al Congresso degli Stati Uniti, centinaia di sostenitori dell’ex capo dello Stato Jair Bolsonaro hanno preso d’assalto i tre principali palazzi del potere brasiliano: il Parlamento, la Corte Suprema e lo stesso palazzo Planalto, che ospita gli uffici del presidente. Un tentativo di golpe dell’ultradestra che ha gettato nel caos Brasilia per alcune ore, prima che il presidente Lula decretasse l’intervento federale nel distretto della capitale e le forze dell’ordine riprendessero il controllo dei tre palazzi.

Lula, che ha definito gli assalitori “fanatici fascisti” ha individuato l’origine dell’assalto in alcuni atteggiamenti e discorsi di Bolsonaro, e in particolare nel suo rifiuto di riconoscere la sconfitta alle ultime presidenziali. Ma l’ex capo dello Stato, che si è recato in Florida prima ancora dell’insediamento del suo successore, ha respinto le accuse al mittente. “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”, ha detto su Twitter, prima di rivolgersi direttamente a Lula. “Respingo le accuse, senza prove, a me attribuite dall’attuale capo di Stato del Brasile. Durante tutto il mio mandato, ho sempre rispettato la Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà”, ha commentato. Intanto, nella notte, l’esercito brasiliano ha impedito l’ingresso della polizia nell’area di Brasilia dove sono accampati molti seguaci dell’ex presidente, secondo quanto riferisce la Folha de Sao Paulo. I militari hanno sbarrato la strada agli agenti arrivati con diversi veicoli all’ingresso della zona che si trova davanti al quartier generale dell’esercito.

A seguito di queste tensioni, le autorità locali hanno organizzato una riunione con i vertici militari a cui ha partecipato anche Ricardo Capelli, che è stato indicato dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva come responsabile dell’intervento del governo federale nel distretto di Brasilia. Lo stesso Lula ha convocato per oggi una riunione di emergenza dei 27 governatori del Paese per affrontare la questione degli assalti alle sedi delle istituzioni del Paese da parte di sostenitori dell’ex capo dello Stato Jair Bolsonaro. La riunione vedrà la presenza anche del ministro della Giustizia, Flavio Dino. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, inoltre, Lula dovrebbe incontrare anche i presidenti del Congresso e del Tribunale federale. Tra i governatori presenti alla riunione voluta dal capo dello Stato non dovrebbe esserci proprio quello di Brasilia, Ibaneis Rocha, che secondo quanto riferito da O Globo è stato rimosso dalla Corte suprema. Una decisione, è stato spiegato, che è una diretta conseguenza degli atti vandalici compiuti dai sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro.

Il giudice della Corte Suprema brasiliana, Alexandre de Moraes, da parte sua, ha ordinato ai militari di smantellare tutti i campi dei sostenitori dell’ex capo dello Stato Jair Bolsonaro in tutto il Paese entro 24 ore e ha detto alla polizia di arrestare tutti i manifestanti ancora in strada. Lo riferisce la Cnn, riportando l’ordine del tribunale. “Assolutamente nulla giustifica l’esistenza di campi pieni di terroristi, sponsorizzati da vari finanziatori e con la compiacenza delle autorità civili e militari in totale sovversione del necessario rispetto della Costituzione federale”, si legge nell’ordinanza citata dal network americano. Proseguono intanto le condanne dei leader della comunità internazionale. Nella notte è arrivata quella del presidente Usa Joe Biden. “Condanno l’assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile. Le istituzioni democratiche del Brasile hanno il nostro pieno sostegno e la volontà del popolo brasiliano non deve essere compromessa. Non vedo l’ora di continuare a lavorare con il presidente Lula”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca su Twitter. In Italia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato: “Quanto accade in Brasile non può lasciarci indifferenti. Le immagini dell’irruzione nelle sedi istituzionali sono inaccettabili e incompatibili con qualsiasi forma di dissenso democratico. È urgente un ritorno alla normalità ed esprimiamo solidarietà alle Istituzioni brasiliane”.

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