Rivoluzione Fi, via libera di Berlusconi. Si parte con il ticket Toti-Carfagna
E si lavora alle primarie. Il governatore: “Abbiamo avviato un percorso”
Martedì toni duri, ieri dopo un pranzo a villa San Martino la mediazione. Berlusconi e Toti si mettono alle spalle mesi di tensione e siglano l’intesa: il partito di FI si avvia ad una rivoluzione che portera’ alla elezione di tutte le cariche elettive, dai coordinatori regionali a chi dovra’ guidare il partito con l’ex premier che ha dato semaforio verde anche alla discussione di introdurre le primarie. Da una parte quindi Berlusconi cede al pressing di chi insisteva per voltare pagina, dall’altra il governatore della Liguria rinuncia a costituire un nuovo soggetto trasformando la kermesse del 6 luglio in un evento per rafforzare il partito.
“E’ stata una lunga giornata, a suo modo unica e rivoluzionaria nella storia del centrodestra. Abbiamo avviato un percorso. La strada sara’ lunga e ancora da definire per tantissimi aspetti”, ha scritto in serata Toti su facebook, “l’obiettivo e’ che tutti tornino a partecipare e scelgano insieme il futuro. Anche una lunga marcia comincia con un passo. Lo ha detto un esperto di lunghe marce”. La novita’ maggiore e’ il via libera del Cavaliere al ticket Toti-Carfagna. Saranno loro due a guidare la fase di transizione ma anche a coordinare il lavoro sulle regole per il congresso. Saranno affiancati da Tajani e dai capigruppo, Bernini e Gelmini ma di fatto dall’ex premier e’ arrivato il riconoscimento che serve cambiare FI e la conferma dell’esigenza che “alla struttura esistente e al mio staff si affianchi un gruppo di lavoro che in tempi brevissimi intervenga per restituire a Forza Italia l’efficacia delle origini, per renderla piu’ pronta e capace di intercettare nuovamente il consenso dell’elettorato”.
Toti e Carfagna chiedono che il tutto avvenga entro 90 giorni e con un mandato pieno. E l’ex premier non si e’ sottratto alle richieste avanzate dai ‘big’ azzurri, anzi nella riunione con i gruppi di FI ha tessuto le lodi della vicepresidente della Camera e soprattutto aperto ad “una consultazione popolare”, ovvero alle primarie. Poi il focus sulla coalizione: “Allearci con la Lega non vuol dire sottomettersi alla Lega. Senza di noi il centrodestra sarebbe destra-destra”, sarebbe una forza “estremista”, “incapace di avere la maggioranza e di governare”.