Cultura e Spettacolo

Roberto Bolle: scempio verso la danza, serve un cambiamento

“La situazione della Danza in Italia è sempre più difficile e arida, fatta di compagnie teatrali sempre più scarne, di corpi di ballo che vengono chiusi, di assoluta mancanza di protezione per la categoria artistica, di ballerini che devono lasciare il proprio Paese per vivere della loro passione e cercare di realizzare i propri sogni”. Così il primo ballerino della Scala Roberto Bolle, davanti alla Commissione Cultura della Camera, durante la sua audizione in merito all’indagine conoscitiva sulle Fondazioni lirico-sinfoniche.

“Il mio intervento di oggi è al tempo stesso un grido di dolore e una richiesta di aiuto per il Balletto in Italia – ha proseguito il ballerino – diciamo le cose come stanno: negli ultimi decenni è stato compiuto un vero e proprio scempio verso la danza italiana, un depauperamento di cui ci si può solo vergognare. La Danza italiana viene costantemente avvilita, trattata come la Cenerentola delle arti, con Opera lirica e musica sinfonica nel ruolo delle sorelle privilegiate, cui sono riservate le attenzioni e le cure delle Fondazioni.”

Fra le proposte di Bolle “equiparare il punteggio Fus (ndr Fondo unico per lo spettacolo) del balletto con quello dell’opera lirica e diminuire il punteggio del Fus per le attività prodotte da un corpo di ballo esterno, che oggi valgono tanto quanto quelle svolte da un corpo di ballo interno e incentivare e sostenere finanziariamente quei teatri che decidono di investire nei corpi di ballo”, poi ancora “modificare la denominazione Fondazioni Lirico-Sinfoniche in “Fondazioni lirico-sinfoniche e coreutiche”, come simbolo della loro identità, e stanziare un fondo apposito per la salvaguardia e la ricostituzione dei corpi di ballo stabili in questi enti. Quindi incentivare le Fondazioni che reintroducono corpi di ballo”.

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redazione