Rock e rigore: Vasco Rossi critica il Codice, Al Bano difende la sicurezza stradale

Le modifiche introdotte mirano a rendere più severe le norme contro la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, includendo il ritiro immediato della patente per tre anni

Vasco Rossi

Vasco Rossi

Il nuovo Codice della Strada divide non solo la politica ma anche artisti e cantanti. Entrato in vigore lo scorso 14 dicembre, il Codice della Strada, voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, segna una svolta significativa per la sicurezza stradale in Italia. Le modifiche introdotte mirano a rendere più severe le norme contro la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, includendo il ritiro immediato della patente per tre anni e, in alcuni casi, l’arresto per chi risulti positivo, anche se il consumo risale a giorni prima.

Un cambiamento che sta facendo discutere non solo gli esperti del settore, ma anche figure di spicco del panorama musicale e politico italiano. Tra i primi a esprimersi sul tema, Vasco Rossi non ha mancato di far sentire la sua voce attraverso i social media. Con il suo stile inconfondibile, fatto di ironia e provocazione, il rocker ha rivolto un messaggio diretto ai giovani, mettendo in evidenza le contraddizioni e le possibili conseguenze delle nuove regole.

L’intervento di Vasco Rossi

“Ragazzi, il ministro Matteo Salvini, in questo 14 dicembre, ha fatto in modo per il vostro bene che se avete fumato una canna anche una settimana prima e venite fermati potete essere arrestati immediatamente e vi viene ritirata la patente per tre anni. Questo il ministro Salvini ha deciso di fare per il vostro bene, per voi naturalmente”, ha dichiarato Vasco Rossi in un video pubblicato sui suoi canali social. Le sue parole, cariche di sarcasmo, mettono in discussione la proporzionalità e l’efficacia delle misure, attirando un ampio dibattito.

La critica di Riccardo Magi

Tra i primi a commentare le parole di Vasco Rossi è stato Riccardo Magi, segretario di +Europa, che ha definito le nuove norme “un disastro”. “Vasco Rossi, con la sua ironia, ha centrato pienamente il punto. Quando Matteo Salvini si applica, e gli basta davvero poco, è capace di combinare disastri. E il Codice della Strada da lui creato ne è la conferma”, ha dichiarato Magi. Il segretario di +Europa ha sottolineato che le norme mettono sullo stesso piano chi si cura con cannabinoidi terapeutici e chi fa uso di droghe ricreative, anche a distanza di giorni dal consumo.

Magi ha accusato Salvini di adottare un approccio punitivo anziché preventivo: “Questa è persecuzione, non prevenzione. Abbiamo chiesto più volte al ministro di fermarsi, ma è stato come parlare con Fleximan. Ci penseranno i tribunali a spazzare via questa follia oscurantista”, ha concluso.

La posizione di Al Bano Carrisi

Sul tema è intervenuto anche Al Bano Carrisi, che ha adottato un approccio più conciliatorio, pur evidenziando la necessità di responsabilità alla guida. “La macchina è un mezzo per portarti a casa, per portarti al ristorante, ma non certamente un mezzo per distruggere la propria esistenza. E questo, al 99%, dipende solo da chi guida”, ha dichiarato il cantante all’Agi.

Al Bano ha specificato di non essere in contrasto con Vasco Rossi, riconoscendo il diritto di ognuno di esprimere il proprio pensiero: “Grazie a Dio viviamo in un Paese democratico. Ma chi decide di infrangere le regole deve essere pronto a pagarne le conseguenze”. Pur favorevole al principio delle nuove norme, il cantante ha invitato a monitorarne l’efficacia e ad apportare eventuali correzioni.

Un dibattito aperto

Le nuove regole, che mirano a ridurre gli incidenti stradali, hanno suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, c’è chi, come Vasco Rossi e Riccardo Magi, critica l’approccio repressivo, ritenendolo sproporzionato e controproducente. Dall’altro, voci come quella di Al Bano sottolineano l’importanza di sensibilizzare i giovani alla guida responsabile, anche attraverso misure severe.

Il dibattito sul nuovo Codice della Strada è destinato a proseguire, tra chi lo considera un passo necessario per la sicurezza e chi teme che possa trasformarsi in un’ingiustificata criminalizzazione di comportamenti non pericolosi. Nel frattempo, gli effetti di queste norme inizieranno presto a farsi sentire sulle strade italiane, accendendo ulteriormente la discussione pubblica.