Alla prima misurazione effettuata a Bruzzano, nel deposito di rifiuti andato a fuoco lunedì 24 luglio a nord di Milano, l’Arpa Lombardia ha rilevato una concentrazione di diossine 270 volte superiori alla norma, “seppur solo nella fase acuta dell’emergenza, ossia per una breve esposizione temporale”, come si legge in una nota. L’Agenzia regionale ha già inviato questi risultati all’Ats competente che ora dovrà effettuare le valutazioni di carattere sanitario. I livelli di concentrazione di diossine e furani (PCCD-DF) sono risultati pari a “80,9 picogrammi per metrocubo e una concentrazione di benzoapirene pari a 40,838 nanogrammi al metrocubo” delle misurazioni effettuate durante le ore più critiche dell’incendio. L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) fissa il valore soglia a 0.3 picogrammi al metrocubo sopra il quale si è in presenza di una sorgente di diossine perdurante e stabile, che, spiega la nota Arpa, “merita di essere individuata e controllata nel tempo”. In questo caso la sorgente era l’incendio, con una durata limita nel tempo, e nella zona ancora in queste ore continua il monitoraggio di Arpa fino almeno alla giornata di sabato attraverso un secondo campionatore posizionato nell’asilo antistante l’azienda (il primo campionatore era stato installato sul balcone di un’abitazione privata in via Milano). Per quanto riguarda gli idrocarburi aromatici policiclici, i cosiddetti Ipa, la normativa sulla qualità norma il solo benzo(a)pirene, (B(a)P), per il quale è previsto un limite sulla concentrazione media annuale pari a 1 nanogrammo al mwetrocubo. Arpa fa sapere che effettuerà un secondo monitoraggio che dovrebbe far riscontrare, come detto, valori di concentrazioni in diminuzione fino al rientro nei valori normali prevedibilmente entro la giornata di sabato.