Dopo il debutto, in prima nazionale, al Festival dei 2 Mondi di Spoleto, giunge al Teatro Quirino di Roma, il 10 gennaio, ‘Filumena Marturano’, una delle opere più amate e conosciute di Eduardo de Filippo, diretta da Liliana Cavani, interpretato da Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses. Si replica sino al 29. Nel dramma di ‘Filumena’ il grande drammaturgo aveva voluto rappresentare un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata, anche moralmente, prefigurandone però al contempo la dignità e la volontà di riscatto.
”Ho accettato l’invito generoso e ottimista di Geppy Gleijeses – ha scritto nelle note di regia Liliana Cavani – ‘Filumena Marturano’ è un testo che mi piace moltissimo, da sempre. Ho anche amato il film di De Sica con Sofia Loren e Mastroianni. È un’opera di grande impegno morale e oltretutto in anticipo sui tempi, scritto senza retorica, ma con la naturalezza della vita. Un capolavoro”. ”Filumena e Domenico – spiega ancora la regista- sono al centro di un problema etico antichissimo e sempre attuale: di chi sono i figli, i figli nati fuori dal matrimonio? Al tempo di questa scrittura (1946), la legge non proteggeva questi ‘figli’ considerati ‘illegittimi’, fuori dalla legge. Una legge ferma al Medioevo”.
”Filumena vi si ribella con la lucidità e una forza così generose da riuscire a trascinare l’ignaro borghese Domenico a capire il valore degli affetti fondamentali delle nostre vite – aggiunge la Cavani- Sono stata fortunata ad avere due attori perfetti per il ruolo. Mi ci sono appassionata ed ho lavorato con la felicità che provo con i film”. Liliana Cavani ha poi ricordato che il suo battesimo nella prosa non poteva accadere con un’opera teatrale migliore. ”In teatro si ripete continuamente il testo – spiega- C’è modo di approfondire di più, c’è la possibilità di ottenere a volte dagli attori delle sfumature di recitazione che nel cinema non sempre si afferrano”.
”L’attore poi in teatro è nudo, va in scena nudo ogni volta, misurato dal pubblico ogni volta – continua la Cavani – È indifeso contro la possibile indifferenza del pubblico e la sua incertezza o la stanchezza”. E spiega ancora nelle note: ”il teatro è abbastanza simile alla vita. Ci si ripete e ci si rinnova ogni giorno nelle nostre case, si prova ad essere felici, ad aggiustare le cose, si prova e riprova ad amare si ama un uomo per sempre come Filumena, si amano i figli e lo si spiega anche alla Vergine Maria come fa Filumena”. ”Filumena crede nella vita, la ama, la trova vivibile per quello cerca di raddrizzare le storture, di vincere le ingiustizie – conclude la Cavani – Eduardo deve aver amato moltissimo questa commedia, perché è pura vita”.