Roma, la bomba del salario accessorio sulla nomina al Bilancio. Da giorni la Raggi vede curricula candidati assessori


 

virgini raggi

Sembra che la sindaca di Roma Virginia Raggi potrebbe annunciare nelle prossime ore o domani dal palco della Festa dell’Italia a Cinquestelle a Palermo il nome del nuovo assessore al Bilancio del Campidoglio. E la scelta dovrebbe cadere su Salvatore Tutino, oggi in pensione, già capo dei superispettori fiscali del Secit e dal 2013 consigliere della Corte dei Conti nominato dal governo Letta. Ma sulla scelta di Tutino pesano due macigni. Il primo è il fatto che nel 2013 il Direttorio nazionale dei Cinquestelle, e soprattutto l’on. Carla Ruocco, criticarono aspramente la nomina di Tutino (e di altri quattro colleghi) alla Corte dei Conti che a loro giudizio era solo il modo con cui il governo voleva tutelare i superstipendi di alcuni membri della Casta. Il secondo macigno si chiama salario accessorio ed è una vera bomba a orologeria sotto il Campidoglio, che neppure il commissario Tronca è riuscito a disinnescare. Da anni i 24 mila dipendenti capitolini percepiscono il cosiddetto “salario accessorio” che la legge prevede solo per i dipendenti che sono chiamati a svolgere mansioni superiori. A Roma invece il salario accessorio è stato concesso a tutti i dipendenti come un normale aumento di stipendio. Il che è illegale ed espone chiunque elargisca il salario accessorio a un’inchiesta per danno erariale proprio di fronte alla Corte dei Conti dalla quale Tutino proviene.

Nell’aprile 2015, la stessa Corte ha “messo in mora” (anticamera dell’istruttoria formale) gli assessori capitolini dal 2008 al 2012 (giunte Veltroni e Alemanno) che in quei cinque anni avevano elargito ai dipendenti capitolini salari accessori per ben 340 milioni. L’ex sindaco Marino e il commissario Tronca hanno cercato di trovare una soluzione, ma invano: tanto è vero che Tronca ha sospeso la liquidazione del salario accessorio 2015, rimettendo la scottante pratica nelle mani del nuovo sindaco. La Raggi, appena arrivata in Campidoglio, ha rassicurato i sindacati e i dipendenti sul piede di guerra, sostenendo che la stabilizzazione del salario accessorio è “una priorità” della nuova giunta. Poi ha fatto approvare un ordine del giorno dell’assemblea capitolina che va nella stessa direzione. E il 6 settembre scorso ha scritto al Ministro dell’Economia Padoan una lettera per chiedere la costituzione di un tavolo congiunto per cercare di risolvere la questione. Per tutta risposta, il Ministero le ha chiesto di non procedere a nuove erogazioni “unilaterali”, che potrebbero costituire danno erariale. L’assessore al Bilancio De Dominicis, anche lui ex Corte dei Conti, revocato “a voce” dalla sindaca 24 ore dopo la nomina (anche se manca ancora la delibera formale di revoca), aveva detto in una delle sue prime esternazioni che “la festa è finita” e che non solo non avrebbe pagato il salario accessorio, ma avrebbe chiesto ai dipendenti gli arretrati pagati illegalmente in passato. E forse anche questo ha determinato il suo fulmineo allontanamento. Se Tutino diventerà assessore, che farà? Firmerà l’erogazione del salario accessorio col rischio di trovarsi indagato dalla Corte dei Conti da cui proviene, oppure non lo farà, entrando immediatamente in conflitto con la sindaca Raggi?