Piu’ che la partita, la Roma ha perso stavolta anche la faccia. Non bastasse l’harakiri alla Sardinia Arena quattro giorni fa, i giallorossi riescono a confezionare l’ennesima brutta figura di questa prima parte di stagione anche in Europa, uscendo sconfitti – e meritatamente – nell’ultimo match del gruppo G di Champions contro i modesti cechi del Vikoria Plzen alla fine vittoriosi 2-1 e soprattutto con la qualificazione all’Europa League.
La Roma? non pervenuta. Il ritiro non e’ servito a nulla, almeno stando a quanto si e’ visto alla ‘Doosan Arena’, con la temperatura vicina allo zero e la neve a far da cornice. Una partita che non contava nulla per la classifica ma molto per la faccia si trasforma nel peggiore degli incubi per la Roma che certo non puo’ appellarsi ai tanti infortunati per giustificare l’ingiustificabile. Da Pastore a Schick, da Luca Pellegrini (12 minuti tre falli e un rosso) a Santon, fino agli impalpabili Kluivert e Marcano, sono tanti i giocatori in questo momento ‘impresentabili’.
Ad un certo punto sembrava che la fiammata del solito Cengiz Under, che ha pareggiato (67′) il vantaggio di Kovarik (62′), potesse evitare il tracollo ma sono bastati pochi minuti (72′) per rivedere il baratro. E nemmeno il lauto premio Uefa per ogni vittoria e’ riuscita a smuovere i giallorossi dal torpore in cui sembrano caduti da un mese a questa parte. Eppure senza alcuna posta in palio, poteva, doveva essere l’occasione giusta per ritrovare energie e stimoli e recuperare qualche ex acciaccato o finito nel dimenticatoio. Vrba non puo’ contare sul bomber Krmencik, sostituito da Chory, ma tanto basta per far male ai giallorossi che dietro ballano appena qualcuno si affaccia dalle loro parti (9 le partite di fila con almeno un gol incassato).
Di Francesco deve fare a meno di Dzeko, De Rossi, El Shaarawy e Pellegrini e sono assenze pesanti di questi tempi, soprattutto se i ricambi si chiamano Pastore e Schick. I giallorossi fanno il solito sterile possesso (alla fine sara’ 62%) che si dimostra solo un dato statistico, mal supportato da tiri (sbilenchi o fuori dallo specchio) e dalle occasioni (zero a fine primo tempo, un paio forse alla fine dei 90′). Di contro, i cechi si mostrano quadrati e nonostante ci siano almeno due categorie che li dividono dai fiacchi avversari, riescono nei primi 45′ a confezionare due vere occasioni da rete (26′ e 39′). A inizio ripresa Kluivert si mette in mostra (47′) ma la sua girata viene stoppata sul piu’ bello. Ma sono solo fiammate, il menu’ non cambia.
Al 55′ Pastore certifica il suo pessimo momento di forma agganciando un buon pallone ma scaraventandolo in tribuna. E’ l’anticamera alla panchina che arriva puntuale un minuto dopo: dentro Zaniolo. Ma il patatrac e’ alle porte: prima Cermak sfiora il gol, poi al 62′ fa come gli pare, arriva sul fondo e crossa per Kovarik che da due passi deposita in rete. Il gol sembra avere il merito di svegliare la Roma che in 5′ torna in parita’ grazie a Under che raccoglie un passaggio di Santon e con un colpo da biliardo la mette nell’angolino. Ma si tratta solo di una fiammata perche’ passano altri 4′ e il Plzen torna avanti con Chory (72′). Al 74′ il Plzen va addirittura va vicino al tris con Petrzela che sfiora il palo. Di Francesco non ha grandi cambi in panchina, mette dentro Florenzi per Santon e Luca Pellegrini per uno spompato Nzonzi, ma l’unica cosa che rimedia sono il rosso per l’inesperto giovanotto e l’ennesima brutta figura. Ancora una volta senza attenuanti.