Romi, Emily e Doron tornano libere dopo 471 giorni di prigionia. Netanyahu: “Un grande giorno”
In un momento che ha infuso nuova speranza in una nazione segnata dalla tensione, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ufficialmente dichiarato su X (ex Twitter) di aver assunto la custodia di tre donne rilasciate da Hamas nel pomeriggio odierno. Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher, dopo 471 giorni di prigionia nella Striscia di Gaza, hanno finalmente attraversato il confine verso la libertà.
La liberazione ha seguito un percorso ben definito: Hamas ha consegnato le detenute alla Croce Rossa Internazionale, che a sua volta le ha affidate all’IDF. Gli ostaggi sono stati prontamente trasferiti in una struttura militare al confine per un primo controllo medico. “Emily, Doron e Romi sono ora in mani sicure,” ha affermato il portavoce dell’IDF, Daniel Hagari, sottolineando la loro riunione con le forze israeliane e lo Shin Bet. “Stanno finalmente tornando a casa per ricevere cure mediche iniziali e ricongiungersi con le loro famiglie”.
Le immagini della liberazione hanno attraversato l’etere, suscitando un’ondata di commozione e sollievo in tutto il paese. A Tel Aviv, cittadini e parenti degli ostaggi si sono radunati per seguire in diretta le fasi del passaggio delle tre donne dalla prigionia alla libertà, con scene di applausi e lacrime che raccontano una storia di resilienza e speranza.
Gli ostaggi
- Romi Gonen, 24 anni, ha vissuto un capitolo della sua giovane vita segnato dal sequestro. La sua liberazione è stata accolta con particolare entusiasmo dalla comunità giovanile.
- Emily Damari, 28 anni, ha potuto finalmente riabbracciare la sua famiglia. La madre, Mandy Damari, ha espresso pubblicamente gratitudine verso tutti coloro che hanno contribuito alla liberazione di sua figlia.
- Doron Steinbrecher, 31 anni, ha visto la luce dopo mesi di oscurità. La sua storia, come quella delle altre due donne, è un monito dell’importanza della libertà.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, in un discorso che ha riecheggiato attraverso i media, ha definito la giornata “un grande giorno”, lodando il sacrificio e il coraggio delle forze israeliane. Parlando con Gal Hirsch, responsabile del governo per il ritorno degli ostaggi, ha chiesto di trasmettere alle tre donne che “tutta la nazione vi abbraccia”, descrivendo il loro ritorno come un passaggio “dall’oscurità alla luce”, “dalla schiavitù alla libertà”.
“Dopo 471 giorni, Emily è finalmente a casa… Mentre l’incubo di Emily a Gaza è finito, per troppe altre famiglie continua l’attesa impossibile” ha detto Mandy Damari che in un appello che ha toccato il cuore di molti, ha chiesto non solo la liberazione di tutti gli ostaggi ma anche l’assistenza umanitaria per coloro che restano in cattività.
Questa liberazione segna un punto di svolta, ma anche un promemoria delle sfide che ancora attendono soluzione. La comunità internazionale ha accolto con favore questa notizia, sperando che possa aprire la strada a ulteriori negoziati e a una tregua duratura. Mentre Israele celebra il ritorno delle sue figlie, la pressione per la liberazione di tutti gli ostaggi e per una pace sostenibile rimane alta.
Il linguaggio giornalistico impone ora un rispettoso riserbo sulla privacy delle tre donne e delle loro famiglie, permettendo loro di iniziare il processo di guarigione lontano dai riflettori.