Rosatellum bis incassa 5 sì dal Senato. Monito Napolitano, peso Ala

Rosatellum bis incassa 5 sì dal Senato. Monito Napolitano, peso Ala
Il senatore di Ala, Denis Versini e il segretario del Pd, Matteo Renzi
25 ottobre 2017

L’intervento più atteso nell’aula del Senato alla fine la fa lui, pur annunciando il suo voto favorevole: Giorgio Napolitano. Il Rosatellum bis incassa, com’era prevedibile, cinque fiducie sulle cinque richieste dal governo e domani si appresta ad avere il via libera definitivo. Ma il film di questa giornata comincia con l’annunciato intervento dell’ex presidente della Repubblica che tanto aveva sollecitato questo Parlamento a fare le riforme e che, invece, paradossalmente finisce per prendere la parola per esternare le sue perplessità. “Singolare e sommamente improprio – afferma – ho giudicato il far pesare sul presidente del Consiglio la responsabilità di una fiducia che garantisse la intangibilità della proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti”. Una bordata che non ha nomi e cognomi ma che sembra indirizzata al segretario del Pd, Matteo Renzi, e alla sua fretta di vedere approvata la legge elettorale prima delle elezioni in Sicilia. Napolitano garantisce però il suo voto in nome della “stabilità” dell’esecutivo. Alla fine non parteciperà a nessuna delle fiducie ma ha fatto sapere che sarà in aula domani per il voto finale.

La maratona delle chiame, invece, comincia alle 14 e procede spedita. Il M5s, con Grillo in testa, ha dato appuntamento ai suoi sostenitori al Pantheon, ma anche all’interno dell’emiciclo non mancano gesti eclatanti. In molti sfilano davanti ai banchi della presidenza per dire il loro no alla fiducia coprendosi gli occhi con le mani, Vito Crimi si benda come dopo faranno anche Di Maio e Grillo in piazza. Il senatore Giarrusso fa platealmente il gesto dell’ombrello. E si scatena la bagarre, con momenti in cui il clima si surriscalda. Mdp, invece, rivolge un applauso di scherno a Denis Verdini ogni volta che passa davanti ai banchi per dire sì alla fiducia. Perché alla fine è questo il tema politico della giornata. Sulla possibilità di assicurare il numero legale in aula non c’è mai davvero stato dubbio, il tentativo dem semmai era quello di riuscire a essere autosufficienti da Ala proprio ora che Mdp ha nuovamente ufficilizzato di essere fuori dalla maggioranza. Un obiettivo raggiunto solo a metà: i verdiniani alla fine risultano determinanti sulla terza e sull’ultima chiama. Un argomento che le opposizioni cavalcano in pieno. “Oggi è nata una nuova maggioranza”, afferma la capogruppo di Mdp, Cecilia Guerra, che aggiunge: “Questa nuova variegata maggioranza si prepara a governare, domani, con la legge elettorale che si è confezionata oggi su misura”.

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