Porre tre questioni di fiducia sulla legge elettorale. E’ l’ipotesi su cui si sta ragionando nella maggioranza, in alternativa a un maxiemendamento che dovrebbe sostituire, quindi, tutti e cinque gli articoli del testo. La fiducia potrebbe essere posta sui primi tre, che sono il ‘cuore’ del Rosatellum bis. Ma alla Camera il voto di fiducia non basta per approvare un provvedimento. Il Regolamento prevede un voto finale sul complesso del testo che, sulla legge elettorale, e’ segreto, visto che la maggior parte delle norme in essa contenute sono, da Regolamento, secretabili. “Ho chiamato Gentiloni per dire che da una valutazione fatta con tutti i gruppi della maggioranza è emersa la necessità e l’opportunità che si proceda con un voto di fiducia sulla legge elettorale”, ha fatto sapere Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd, parlando alla Camera. “Ci siamo confrontati anche con Lega e Fi – ha aggiunto – e abbiamo stabilito che il testo va approvato così come è. Il rischio di cambiamenti con i voti segreti avrebbe affondato la legge elettorale”. Il voto segreto sulla legge elettorale, ha proseguito Rosato, “è uno strumento arcaico e inutile ma di fronte a uno strumento regolamentare usato dalle opposizioni rispondiamo con un altro strumento regolamentare. Si tratta di una fiducia che ha una natura tecnica e non politica”. “Gentiloni – ha spiegato – ha ascoltato, farà le sue valutazioni. Il voto finale potrà essere segreto è lì il Parlamento si esprimerà sull’intera legge. Ma lo spezzatino sarebbe stato inaccettabile: cambiamenti significativi della legge elettorale con l’approvazione di emendamenti col voto segreto avrebbero comportato il fallimento della stessa. Anche perché questa è l’ultima possibilità di farla”. Rosato ha spiegato che la decisione di chiedere a Gentiloni di porre la fiducia è stata presa in una riunione alla quale erano presenti i capigruppo di maggioranza. Affermazioni che, in modo particolare, scatenano un guerra all’interno dello stesso Pd.
“Le parole del capogruppo Ettore Rosato sulla opportunita’ del voto di fiducia sulla legge elettorale sono sconcertanti”, chiosa Marco Meloni, deputato del Partito Democratico. “A essere del tutto improprio, in materia di legge elettorale, e’ il ricorso al voto di fiducia – aggiunge il componente della commissione Affari Costituzionali -: lo era quando il governo Renzi la pose su una legge poi dichiarata incostituzionale; lo sarebbe a maggior ragione adesso, a pochi mesi dalle elezioni politiche”. A questo punto, “mi auguro che il governo sappia resistere all’invito a ricorrere a questa scorciatoia e non commetta un errore cosi’ grave”, conclude direttore della Scuola di Politiche fondata da Enrico Letta. Una fonte del Quirinale, ricorda che nel corso dell’ultimo anno il presidente della Repubblica ha rivolto al Parlamento piu’ volte appelli per rendere omogenee le normative elettorali per la Camera e per il Senato e per disporre di regole scelte dal Parlamento e non risultato di cio’ che rimane dopo i tagli operati da sentenze della Corte Costituzionale. Nel mese di luglio aveva manifestato rammarico per il venir meno della prospettiva di approvazione di una legge elettorale largamente condivisa. Di conseguenza, pur non esprimendo, ovviamente, valutazioni nel merito del testo in esame in Parlamento o di scelte diverse in materia e neppure sull’ipotesi di voto di fiducia che attiene al rapporto Parlamento-Governo, continua a considerare positivo l’impegno in Parlamento per giungere a una nuova legge elettorale, auspicando che questo avvenga con ampio consenso.
LE REAZIONI
Mattarella Nel corso dell’ultimo anno il Presidente della Repubblica ha rivolto al Parlamento piu’ volte appelli per rendere omogenee le normative elettorali per la Camera e per il Senato e per disporre di regole scelte dal Parlamento e non risultato di cio’ che rimane dopo i tagli operati da sentenze della Corte Costituzionale. Nel mese di luglio aveva manifestato rammarico per il venir meno della prospettiva di approvazione di una legge elettorale largamente condivisa. Di conseguenza, pur non esprimendo, ovviamente, valutazioni nel merito del testo in esame in Parlamento o di scelte diverse in materia e neppure sull’ipotesi di voto di fiducia che attiene al rapporto Parlamento-Governo, continua a considerare positivo l’impegno in Parlamento per giungere a una nuova legge elettorale, auspicando che questo avvenga con ampio consenso. E’ quanto dichiara una fonte del Quirinale.
Civati “La fiducia che si dice il governo porrà sul Rosatellum è una vergogna, un atto indegno. Per la seconda volta nella legislatura un governo vuole blindare una legge elettorale, vietando il dibattito in Parlamento”. Lo dichiara il deputato e segretario di Possibile, Pippo Civati. “Gentiloni con il Rosatellum – aggiunge il leader di Possibile – è pronto a fare come Renzi con l`Italicum: mettere la fiducia su una legge elettorale con evidenti profili di incostituzionalità”.
Brunetta “È comprensibile che, a pochi mesi dallo scioglimento delle Camere, la maggioranza che sostiene Paolo Gentiloni chieda al governo di porre la questione di fiducia come strumento per l`approvazione della legge elettorale”. Lo dichiara Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. “Abbiamo partecipato con convinzione e con senso di responsabilità al dibattito in Commissione su questo nuovo sistema di voto. In quella sede ogni gruppo politico ha avuto l`opportunità di approfondire le questioni più delicate e di proporre modifiche al testo base presentato dal relatore Fiano. Già in Commissione abbiamo sostenuto come questa legge elettorale, nello scenario attuale, rappresenti il miglior compromesso possibile. Questa riforma serve al Paese per andare al voto in modo ordinato e per avere un sistema elettorale omogeneo tra Camera e Senato, come chiesto in diverse occasioni dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per tutte queste ragioni – conclude Brunetta – Forza Italia voterà sì alla legge, pur non partecipando, ovviamente, alla votazione sulla fiducia”, conclude.
M5s “Vogliono la fiducia sul ‘pregiudicatellum’ per far passare una legge indegna e incostituzionale perche’ sono deboli e non hanno i numeri in Parlamento. Oltre a tradire i principi della Costituzione, scavalcando le Camere, dimostrano, ancora una volta, la loro distanza dai cittadini, e si confermano nemici del popolo e della sovranita’ popolare”. E’ quanto si legge in una nota dei “deputati M5S della commissione Affari costituzionali”. “Siamo pronti – si legge ancora – a iniziative eclatanti, nel solco della democrazia, per denunciare quest’ennesimo oltraggio al Paese. Sanno che i cittadini li spazzeranno via alle prossime elezioni, anche se dovessero approvare una legge contro di noi, e si comportano come gli ultimi giapponesi che non sanno che la guerra e’ finita”.
“Le parole del capogruppo Ettore Rosato sulla opportunita’ del voto di fiducia sulla legge elettorale sono sconcertanti. A essere del tutto improprio, in materia di legge elettorale, e’ il ricorso al voto di fiducia: lo era quando il governo Renzi la pose su una legge poi dichiarata incostituzionale; lo sarebbe a maggior ragione adesso, a pochi mesi dalle elezioni politiche”. Lo dichiara Marco Meloni, deputato del Partito Democratico, componente della commissione Affari Costituzionali e direttore della Scuola di Politiche fondata da Enrico Letta. “La legge elettorale – rileva ancora – e’ la legge fondamentale per il funzionamento della democrazia parlamentare e, come mi pare abbia dichiarato piu’ volte il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, deve essere affidata alla sovrana e libera decisione del Parlamento, se possibile con un consenso ampiamente maggioritario”. “Mi auguro – conclude – che il governo sappia resistere all’invito a ricorrere a questa scorciatoia e non commetta un errore cosi’ grave”.