Ruby ter, Berlusconi e Bonasia a processo l’8 aprile

Corruzione in atti giudiziari, giudizio immediato per ex premier e infermiera torinese

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Prendera’ il via l’8 aprile in Tribunale a Milano il processo a Silvio Berlusconi e all’ex infermiera Roberta Bonasia, di Nichelino, per corruzione in atti giudiziari in relazione al caso Ruby Ter. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Milano, gli avvocati difensori, Federico Cecconi e Stefano Tizzani, hanno rinunciato all’udienza preliminare e hanno chiesto il giudizio immediato. Una scelta processuale che potrebbe essere finalizzata alla riunione di questo procedimento con il filone principale di Ruby ter che, nell’aprile 2016, il gup di Milano Laura Marchiondelli spacchetto’ in sette tronconi, trasmettendo le carte ai tribunali di Torino, Pescara, Treviso, Roma, Monza e Siena.[irp]

La parte che riguarda Berlusconi e Bonasia, a lungo discussa nel capoluogo piemontese, nel settembre del 2018 era tornata a Milano per una serie di questioni tecniche. La vicenda riguarda le donazioni di denaro che Berlusconi fece alla Bonasia. La donna, oggi 34 enne, fra il 2012 e il 2013 testimonio’ sulle cene di Arcore sostenendo – come recita il capo d’accusa – che “nulla di particolare era avvenuto”, che “le ospiti erano rimaste sedute a tavola senza ballare”, che non aveva mai visto la “statuetta lignea con il pene sproporzionato” o balletti lascivi. Secondo gli inquirenti furono dichiarazioni non veritiere. Che erano state ricompensate con una serie di bonifici per un totale di 55 mila euro, con un assegno circolare di 25 mila euro, con la disponibilita’ di un appartamento alla Torre Velasca.

Berlusconi ha sempre negato l’accusa avere condizionato o plagiato le testimonianze. A Torino, durante l’udienza preliminare, l’avvocato Tizzani affermo’ che, anche ammesso che le deposizioni di Bonasia non fossero genuine, non si poteva pronunciare una sentenza di condanna: il legale aveva invocato l’articolo 384 del codice secondo cui non e’ punibile chi ha commesso un fatto perche’ costretto dalla necessita’ “di salvare se stesso da un grave e inevitabile nocumento dell’onore”.