Rush finale in commissione decreto legge Minniti, poi approdo alla Camera

Sui 22 articoli del provvedimento, soltanto due, di cui uno accantonato, sono stati esaminati

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Il dl Minniti sugli immigrati che riscrive le regole per i richiedenti asilo e per i rimpatri, in prima lettura al Senato, è al rush finale in commissione e dovrebbe approdare all’esame dell’aula di Palazzo Madama domani nel pomeriggio. Il provvedimento figura all’ordine del giorno per le 16,30, ma le commissioni Affari costituzionali e Giustizia, che in congiunta hanno in carico il provvedimento, non hanno ancora concluso il loro lavoro. Anzi per essere più precisi sono ancora all’inizio dell’esame. Sui 22 articoli di cui si compone il decreto, soltanto due (l’art.2 e 3, il primo è stato accantonato) sono stati esaminati e si è discusso i relativi emendamenti, gli altri sono tutti sul tavolo delle commissioni. L’attesa è che la riunione congiunta convocata per questa sera alle 19 in seduta notturna, riesca a compiere quel balzo che è mancato fino ad ora. L’obiettivo di governo e relatori è quello di portare se non a termine, di certo a buon punto l’esame del provvedimento questa sera, lasciando a domani mattina lo spazio per le ultime sistemazioni e per esaminare gli articoli accantonati. Per il momento è solo il primo, ma a questo, proprio per sveltire al massimo il procedimento, potrebbero aggiungersene via via altri questa sera.

Il numero degli emendamenti è particolarmente alto: in commissione ne sono stati depositati complessivamente 524 a cui si aggiungono 18 ordini del giorno. Oltre a 7 presentati dai relatori, Giuseppe Cucca del Pd e Bruno Mancuso di Ap, e al singolo emendamento a firma del governo, si aggiungono 71 proposte di modifica del Pd, 56 di Forza Italia (più 5 odg), 91 del M5S (e 3 odg), 13 di Ap, 15 del gruppo Misto, 56 delle Autonomie, 54 della Lega Nord, 11 di Cor, 44 di Mdp (più 1 ordine del giorno), 63 di Ala. Ci sono poi gli emendamenti già presentati per l’aula, il cui termine era stato fissato per oggi alle 13, ed il cui numero ancora non è stato reso noto dagli uffici che hanno il compito di lavorarli, vuoi perché sono molti, vuoi per le numerose riformulazioni che sono state presentate. E’ per questo motivo e per queste incognite che sul provvedimento aleggia anche la possibilità di una richiesta di fiducia, non appena arriverà in aula, proprio per tagliare i tempi e consentire l’esame da parte della Camera, visto che il decreto scade il prossimo 17 aprile. Il tema del provvedimento è di quelli spinosi, ma accanto alle questioni politiche, con una opposizione di centrodestra peraltro non particolarmente accanita, visto che il decreto va a meglio definire e restringere le norme previste per l’accoglienza degli immigrati, ma ferma nella richiesta di accoglimento di alcune loro proposte, si affiancano gli aspetti meramente giuridici che sollevano le disposizioni, con prese di posizione anche dell’Anm e del Csm.

In particolare ci si riferisce ad esempio al numero delle sezioni dei tribunali specializzate, che il dl indica in 14 e che altri vorrebbero più numerose (fino a 26), eventualmente anche con un distretto di Corte d’appello. Su questo punto la commissione Bilancio ha respinto tutti gli emendamenti per mancanza di copertura, ma questa sera il governo faceva sapere di avere pronte tutte le relazioni tecniche necessarie a chiarire la situazione. C’è poi l’altro importante aspetto dibattuto, relativo al fatto che i respingimenti delle richieste di asilo, per le quali non è previsto il ricorso in appello ma solo in Cassazione, non prevedano dibattimento ma vengano risolte il Camera di consiglio. Insomma la carne al fuoco è ancora molta, ma il relatore Giuseppe Cucca del Pd in serata non appariva pessimista: “Stasera andiamo avanti fin che si può, ma sono positivo. C’è tempo anche domani mattina, contiamo di arrivare in aula nel pomeriggio, come previsto”, dichiarava prima di tuffarsi nella riunione della commissione. Le principali novità del dl immigrati prevedono una riduzione dei tempi per il riconoscimento del diritto di asilo; l’impossibilità di accedere in caso negativo in appello ma solo in Cassazione; la creazione di Cie di dimensioni più contenute in ogni regione; la creazione in 14 tribunali ordinari di sezioni specializzate; la possibilità data ai Comuni di offrire la possibilità di lavorare a titolo gratuito ai richiedenti asilo, nell’ottica di favorire l’integrazione.