Russia, i “gioielli” di Stato che Putin vuole privatizzare

Russia, i “gioielli” di Stato che Putin vuole privatizzare
2 febbraio 2016

vladimir-putin-forbes-580x396Il piano di privatizzazioni che il presidente russo Vladimir Putin starebbe preparando riguarda sette delle più grandi partecipate pubbliche del Paese. Un tema delicato in Russia dopo la stagione delle svendite dei gioielli nazionali negli anni ’90 che ha fatto nascere la casta degli oligarchi e considerando che la presenza pubblica ha un peso ancora forte nell’economia nazionale: circa il 45% contro una media globale del 30%. Oggi le partecipazioni pubbliche sono tutte detenute dall’Agenzia federale per la gestione delle proprietà dello Stato, Rosimushchestvo. Le aziende per le quali si potrebbe sbloccare rapidamente l’iter di privatizzazione sono sette. I vertici di queste società sono stati convocati ieri al Cremlino per discutere le modalità delle possibili cessioni. Sono queste:

– La società ferroviaria pubblica JSC Russian Railways (detenuta al 100% dallo Stato), la terza più grande società di trasporto al mondo che gestisce 85.000 chilometri di linee ferroviarie nel Paese e che controlla poco meno della metà del traffico passeggeri e il 90% del traffico cargo in Russia.

– Il gruppo bancario Vtb Bank, uno dei più grandi del Paese (85,2% del capitale dello Stato con il 60,9% dei diritti di voto). Il gruppo che in epoca sovietica gestiva gli scambi commerciali – Vtb sta per Vneshtorgbank, banca per il commercio estero – ora opera in 20 paesi nelle attività bancarie tradizionali, nell’investment banking, nell’asset management e nelle assicurazioni.

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– La società petrolifera Rosneft (69,5% dello Stato attraverso la RosnefteGaz, 19,75% della britannica BP più una golden share direttamente in mano al governo). E’ la più grande società petrolifera del Paese e una delle più grandi al mondo.
Ha riserve accertate per 34 miliardi di barili di olio equivalente.

– Bashneft, un’altra compagnia petrolifera. Ben più piccola di Rosneft è la sesta del Paese (50,08% Stato, 25% Repubblica del Bashkortostan). E’ una società verticalmente integrata, cioè svolge tutte le attività: dall’esplorazione, alla raffinazione, alla distribuzione di carburanti. E’ una delle società petrolifere più vecchie della Russia. Produce greggio dal 1932.
Ha riserve per 2,14 miliardi di barili di olio equivalente.

– Il gigante minerario Alrosa, che da solo vale un quarto della produzione mondiale di diamanti. La società è per il 44% in mano allo stato per il 25% in mano al governo della repubblica di Yakutia e per l’8% proprietà di otto municipalità della regione.

– La compagnia aerea di bandiera Aeroflot (51,17% Stato, 4,49% Aeroflot Finance) la più grande del Paese con una quota di mercato interna del 38%. La compagnia fa parte dell’alleanza internazionale SkyTeam insieme, tra gli altri, ad Air France-Klm, Delta e Alitalia.

– La società di trasporti petroliferi Sovcomflot (100% Stato).
Un’azienda poco conosciuta dai non addetti ai lavori ma fondamentale per l’industria petrolifera nazionale. Uno dei leader mondiali nel trasporto di idrocarburi con una flotta di 142 navi tra superpetroliere, navi per il trasporto di gas liquefatto, rompighiaccio e vascelli per l’esplorazione petrolifera.

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Ma il governo russo potrebbe riaprire anche altri dossier nel capitolo delle privatizzazioni. L’anno scorso la direttrice dell’agenzia Rosimushchestvo, Olga Dergunova, aveva nominato anche altre due società tra quelle potenzialmente pronte ad essere messe sul mercato. Si tratta della più grande compagnia di telecomunicazioni nazionali Rostelecom (48,71% Stato, 4,3% Banca pubblica per lo sviluppo VEB, 15% della controllata Mobilet). L’azienda, oltre alle attività telefoniche, ha un portafoglio di oltre 11,4 milioni di linee broadband e 8,4 milioni di abbonati alla pay-tv. Indicata anche la società elettrica RusHydro (66,8% Stato). Un vero e proprio gigante mondiale della produzione idroelettrica con circa 39 GW di potenza installata.

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