La novità è che entra nel Parlamento russo un nuovo e giovane partito che si chiama appunto Gente nuova. O almeno così sarà, se i risultati provvisori verranno confermati venerdì quando la Commissione Elettorale Centrale (Cec) emanerà i dati definitivi. La certezza è invece che il partito di Putin Russia Unita avrà ancora una volta la maggioranza qualificata. Le elezioni legislative nella Federazione russa, in base ai dati forniti dalla presidente della Cec Ella Pamfilova, hanno riservato minime variazioni e molte polemiche. Queste ultime ruotano principalmente intorno ai ritardi dei risultati e alle denunce di brogli ai seggi.
Pamfilova ha comunque dichiarato valide le elezioni alla Duma di Stato. L’affluenza è stata del 51,68%, in aumento rispetto al 2016. Cinque partiti eletti in Parlamento: Russia Unita (49,79%), Partito Comunista della Federazione Russa (19,04%), Partito Liberal Democratico (7,48%), Una Russia giusta per la verità (7,41%) e Gente Nuova (5,36%). Con questi risultati, a Russia Unita andranno più di 300 seggi. Il Partito Comunista della Federazione Russa è notevolmente cresciuto, la quota del Partito Liberal Democratico si è quasi dimezzata e il nuovo partito Gente Nuova ha superato la barriera del cinque per cento. La Duma di Stato (camera bassa del parlamento russo) viene eletta per un mandato di cinque anni con un sistema elettorale misto: 225 deputati dalle liste di partito, altri 225 da collegi uninominali.
RUSSIA UNITA CONTRO SMART VOTING
Ha battuto lo Smart Voting, ossia il suo principale nemico. Il partito di governo russo sfiorando il 50% ha mantenuto la sua maggioranza in parlamento, consolidando ulteriormente la stretta al potere del presidente Vladimir Putin nelle elezioni a fronte di molteplici segnalazioni di violazioni. Per contro il governo ha bloccato il sito Web di Smart Voting voluto dall’oppositore Aleksey Navalny per dirottare i voti sui più forti contendenti di Russia Unuta. Inoltre le pressioni su Apple, YouTube e Google hanno portato a rimuovere un’app per lo Smart Voting e liste che elencavano i candidati approvati da Smart Voting. Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, ha disabilitato un chatbot di Smart Voting creato dagli alleati di Navalny.
I COMUNISTI ALLA RISCOSSA O FORSE NO
In molti avevano notato che lo Smart Voting avrebbe dirottato voti e favorito l’erede del Pcus sovietico. “Il Partito Comunista di Russia, insieme con le forze patriottiche del popolo, ha avuto grande successo in queste elezioni”, ha detto il leader del Partito Comunista della Federazione Russa, Gennady Zyuganov, in una conferenza stampa, a fronte della soddisfazione per il risultato inatteso delle proiezioni diffuse ieri sera, nelle quali i comunisti erano dati al 25%. Poi però alla luce dei risultati di oggi è sceso il gelo. Annunciano una manifestazione di protesta a Mosca, che non ottiene il permesso dalle autorità cittadine. E al partito di Zyuganov non resta che non riconoscere i risultati del voto elettronico che hanno sopresso i forti vantaggi dei suoi candidati nelle elezioni parlamentari. Tuttavia la percentuale annunciata oggi da Pamfilova per i comunisti, li riporta alle dinamiche del 2011, quando presero il 19,19% dei consensi e li risolleva dal tonfo del 2016.
GENTE NUOVA, PRODOTTI COLLAUDATI
La sua rapida registrazione e l’assenza di ostacoli da parte delle autorità fanno storcere il naso all’opposizione extraparlamentare su Gente Nuova, l’elemento non troppo atteso che entra in Parlamento come quinto partito. Vero è che negli ultimi mesi, dopo Russia Unita, Gente Nuova è stato il partito che ha speso di più in questa campagna. Anche grazie al fatto di avere come fondatore un imprenditore: Aleksey Nechaev presidente dell’azienda russa Faberlic, specializzata in un’ampia gamma di prodotti che vanno dai profumi, alla cosmesi sino all’abbigliamento. E alcuni di questi prodotti sono guarda caso diventati gadget di promozione del partito. A quanto pare i consumatori hanno gradito.
NAVALNY, POLEMICHE DAL CARCERE
Un altro elemento chiave di queste elezioni sono i ritardi nella pubblicazione dei risultati, criticati aspramente dall’oppositore russo Aleksey Navalny. “Il robot ci ha pensato, ha acceso una sigaretta – scrive Navalny dal carcere – e ha deciso di rallentare la pubblicazione fino a quando le piccole mani intelligenti di Russia Unita non avranno falsificato i risultati in risultati completamente opposti”, ha aggiunto. “Si è scoperto, ha-ha-ha, che il voto elettronico a Mosca – che sono milioni di voti – non è stato ancora pubblicato. ‘Il robot pensa a lungo’, hanno lasciato intendere. Alle elezioni del 2019, questo ‘robot’ ha pubblicato i risultati all’istante, ma ora sta pensando”, aggiunge Navalny, rivendicando la vittoria del suo sistema di boicottaggio del partito al governo.
UN KADYROV È PER SEMPRE
Oltre al voto parlamentare, in nove regioni, si sono svolte le elezioni governative dirette dei governatori e dei leader locali. Tutti i capi in carica (compresi quelli ad interim) hanno vinto al primo turno. Compreso Mikhail Degtyarev nel territorio di Khabarovsk (Estremo Oriente Russo) dove era stato aspramente contestato dalla piazza dopo che il Cremlino lo aveva messo a sostituire il popolare Sergey Furgal, arrestato. Ma tra tutti i governatori, da notare l’attuale capo della Cecenia, Ramzan Kadyrov, che si afferma con il margine più ampio. Anzi qualcosa più di un plebiscito: il 99,7% dei voti, che non è la percentuale di spoglio, ma il suo risultato.
LA TRAGEDIA ALL’INDOMANI DEL VOTO
L’indomani delle elezioni è stato inoltre funestato da una orribile tragedia. Il presidente russo Vladimir Putin “profondamente addolorato” ha fatto le condoglianze ai parenti delle vittime della sparatoria all’università di Perm, avvenuta all’indomani delle elezioni per il rinnovo del parlamento russo. La presidente della Commissione Elettorale Centrale Ella Pamfilova ha dichiarato che a causa del tragico incidente di Perm (la sparatoria che ha visto 8 morti), il suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin non ha ancora avuto luogo. askanews