La Russia in Libia resta un attore imprescindibile e la guerra di aggressione che Mosca sta portando avanti in Ucraina difficilmente porterà la Russia ad abbandonare il teatro libico. E così il Cremlino sta cercando accesso per le sue navi da guerra a un porto in Libia, puntando ad espandere la sua presenza navale nel Mediterraneo, a poche centinaia di chilometri dalle coste italiane. Lo sostiene il Wall Street Journal, riferendo di recenti incontri tra alti funzionari russi – tra questi il viceministro della Difesa Yunus-Bek Yevkurov – con il maresciallo Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica.
Secondo funzionari e consiglieri libici, Haftar avrebbe discusso la possibilità di concedere diritto di attracco a lungo termine nelle aree da lui controllate nell’Est della Libia. I russi, hanno detto al Wsj i funzionari libici citati, chiedono l’accesso ai porti di Bengasi o Tobruk, entrambi situati a meno di 400 miglia dalla Grecia e dall’Italia. I colloqui con Haftar avvengono mentre il Cremlino cerca di estendere la propria influenza in Africa e ridimensionare da Sud l’isolamento sul fronte occidentale causato dall’invasione dell’Ucraina. Di contatti tra russi e Haftar sulla questione dei porti si parla da mesi: Mosca, che ha in Siria, a Tartus, l’unica base navale sul Mediterraneo, sta corteggiando anche l’Egitto e l’Algeria.
Inoltre, dopo la morte di Evgeny Prigozhin, gruppi militari e di sicurezza russi fedeli al Cremlino si stanno muovendo per prendere il controllo delle unità militari e delle risorse con sede in Africa appartenenti al gruppo paramilitare Wagner. Il capitolo ‘Wagner’ è cruciale per la Russia in Africa, dove Prigozhin ha organizzato la presenza russa in diversi Paesi, dalla costa nordafricana all’area sub-sahariana, con circa 6.000 uomini che, di volta in volta, hanno fornito sicurezza ai leader politici locali, in cambio dell’accesso a preziose risorse naturali o di lauti pagamenti.
Il Wall Street Journal aggiunge che una missione diplomatica e militare congiunta degli Stati Uniti dovrebbe visitare la Libia alla fine di settembre per cercare di spingere Haftar ad espellere i mercenari di Wagner e incoraggiarlo a unificare le sue forze con quelle controllate dalle fazioni rivali. Secondo persone che hanno familiarità con il viaggio programmato, gli Stati Uniti vorrebbero ottenere la creazione di una zona cuscinetto rispetto ai crescenti disordini nel Sahel, la fascia di territorio che ha visto un’impennata delle attività jihadiste. L’area del Sahel è cruciale anche in termini di flussi migratori che si riversano verso le coste mediterranee e di lì verso l’Europa, Italia in primis, come confermato dalla recente impennata degli sbarchi.
Certamente l’attenzione russa è ora principalmente focalizzata sul campo di battaglia ucraino, dove le cose non stanno andando come preventivato. Ciò però non significa che Mosca stia necessariamente dimenticando gli altri teatri in cui, in questi anni, ha rafforzato la propria presenza, sia ufficiale che para-ufficiale con le forze di Wagner. Questa presenza è anche funzionale alla propria strategia diplomatica. La Libia, da questo punto di vista, resta importante per avere un’ulteriore carta da giocare contro i turchi e gli europei qualora la guerra d’aggressione in Ucraina continui ad aver problemi.