Salta l’accordo a Mosca tra Serraj e Haftar. L’esercito dell’uomo forte della Cirenaica non si ritira

Salta l’accordo a Mosca tra Serraj e Haftar. L’esercito dell’uomo forte della Cirenaica non si ritira
Il generale Khalifa Haftar
13 gennaio 2020

I negoziati tra le parti libiche a Mosca si sono conclusi senza un accordo. E’ saltato il faccia a faccia nella capitale russa tra Fayez al-Serraj e Khalifa Haftar, che si trovano entrambi a Mosca. Secondo quanto riferito ad Al Arabiya dal capo dell’Alto consiglio di Stato, Khaled al Mishri, il premier del Governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli ha rifiutato il colloquio diretto con l’uomo forte della Cirenaica e che accetta di negoziare solo con “russi e turchi”. “Abbiamo rifiutato di incontrare Haftar, i colloqui di Mosca sono tenuti con Turchia e Russia” ha sottolineato Al Mishri. Intanto, le forze armate di Khalifa Haftar non hanno intenzione di ritirarsi e manterranno le posizioni conquistate vicino a Tripoli. “Abbiamo intenzione di liberare tutta la terra libica da milizie e gruppi terroristici”, si legge in un comunicato del sedicente Esercito nazionale libico (Lna) citato dalla Tass, in cui si chiarisce: “Non arretreremo di un solo passo”.

I SETTE PUNTI DELLA BOZZA

Osservare il cessate il fuoco entrato in vigore dal 12 gennaio 2020, stabilire le condizioni per assicurare una tregua sostenibile, assicurare l’accesso in sicurezza, la consegna, lo stoccaggio e la distribuzione di aiuti umanitari alle persone bisognose. Sono questi alcuni dei sette punti della bozza di accordo tra le parti libiche attualmente in discussione a Mosca con la partecipazione dei ministri degli Esteri e della Difesa di Russia e Turchia. Il documento e’ stato diffuso da fonti vicine al Governo di accordo nazionale libico (Gna). Nella bozza i potenziali firmatari sono il capo del consiglio di presidenza del Gna, Fayez al Sarraj, il comandante dell’Esercito nazionale libico (Lna) Khalifa Haftar, il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Aguila Saleh, e il presidente dell’Alto consiglio di Stato libico, Khaled al Mishri. La bozza parte da una serie di premesse: sostegno alle iniziative della Federazione russa e della Turchia per introdurre un cessate il fuoco a tempo indeterminato in Libia; l’impegno inderogabile al mantenimento della sovranita’, dell’indipendenza, dell’unita’ e dell’integrita’ territoriale della Libia; la consapevolezza delle parti che la crisi possa essere risolta non attraverso le armi ma solo con un dialogo inclusivo intra-libico teso a porre urgentemente fine alle sofferenze della Libia e a rimediare alla crisi umanitaria; l’impegno incondizionato alla lotta senza compromessi contro il terrorismo internazionale e il traffico di esseri umani.

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I sette punti indicati nella bozza di accordo sono i seguenti: osservare incondizionatamente il cessate il fuoco entrato in vigore il 12 gennaio 2020 a mezzanotte; stabilire le condizioni per assicurare un cessate il fuoco sostenibile attraverso le necessarie misure sul terreno per stabilizzare la situazione e normalizzare la vita quotidiana a Tripoli e nelle altre citta’ libiche, ponendo fine a tutti gli atti di aggressione e procedendo a una de-escalation armonizzata delle tensioni militari; assicurare l’accesso sicuro, la consegna, lo stoccaggio e la distribuzione di aiuti umanitari alle persone bisognose; designare i membri di una commissione militare 5+5 come prevista dal piano d’azione della missione delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) per determinare contatti diretti tra le due linee del fronte, monitorare l’attuazione del cessate il fuoco e assicurarne la sostenibilita’; designare rappresentanti che partecipino ad un dialogo economico, militare e politico promosso dall’inviato Onu Ghassan Salame’; formare gruppi di lavoro incaricati di elaborare attraverso negoziati le modalita’ di una soluzione politica intra-libica, la risoluzione della crisi umanitaria e la ripresa economica del paese; tenere il primo incontro dei gruppi di lavoro entro gennaio 2020.

 

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