Quella che i ricercatori chiamano “aura visiva”, può presentarsi come uno scintillio luminoso o al contrario come una macchia cieca nell’ambito del campo visivo ed accompagna, più frequentemente precede, un attacco emicranico. “Purtroppo, molto frequentemente – prosegue Alessandro Tessitore, coordinatore della ricerca – i pazienti con episodi di emicrania con aura o ancor di più con “aura senza emicrania” sono costretti a peregrinare per diversi specialisti in attesa di una diagnosi corretta e di una conseguente terapia appropriata”. I risultati di questo studio permettono di osservare più profondamente questo diffusissimo mal di testa, e quindi “può consentirci – prosegue Antonio Russo, coordinatore del Centro Cefalee dell’AOU-SUNa cui afferiscono ogni anno oltre 1200 pazienti – di gettare le basi per una più completa caratterizzazione dei pazienti emicranici non solo dal punto di vista della ricerca scientifica ma anche della gestione clinica e terapeutica”.