Il Premio Oscar Gabriele Salvatores arriva a Giffoni con Ludovico Girardello protagonista del secondo capitolo de “Il Ragazzo Invisibile” per incontrare i ragazzi del Festival e tenere una masterclass. A Giffoni sara’ proiettato anche Denti, film del 2000 con Paolo Villaggio che ricorda con emozione. “Era un grandissimo attore e un amico, era un grande attore comico – sottolinea – perche’ aveva innato il senso tragico della vita”.Alle domande sul suo prossimo film dice: “uscira’ a gennaio e sara’ accompanato da una serie di iniziative collaterali. Ci sara’ una graphic novel con la Panini e molto probabilmente uscira’ il secondo capitolo del libro. Stiamo ultimando gli effetti e ricreando alcuni passaggi in 3D. Nel frattempo dal precedente a questo il nostro protagonista e’ cresciuto e senza fare troppe anticipazioni – aggiunge – scoprira’ di avere una sorellina un po’ “infiammabile” e due madri, una biologica e l’altra adottiva – questo secondo film ha un andamento emotivo molto forte e piu’ dark del primo”. A venti anni di distanza da Nirvana (1996) Salvatores spiega come all’epoca non si conoscevano le potenzialita’ della rete. “L’approccio alla fantascienza mi viene naturale. Per capire la realta’ non basta la ragione e oggi capire il confine tra realta’ a finzione non e’ facile. Il cinema ha un grande potere, quello di far apparire le ombre di Platone vere. Il cinema ha il potere di evocare i fantasmi come diceva Jacques Derrida, e per questo la sala cinematografica non morira’ mai – asserisce con convinzione Salvatores.[irp]
“Il ragazzo invisibile” gioca con il tema dei supereroi e cita Gramsci per affermare che per capire la realta’ non basta la ragione. Nel primo film il protagonista scopriva il superpotere, nel secondo il tema e’ come usare i superpoteri, cosa farne e come capire il confine tra giusto e ingiusto, tra bene e male”.Parlando di un certo cinema che si ispira a storie realmente accadute Salvatores spiega che per lui “il cinema non ha piu’ solo la funzione di essere una finestra sulla realta’. Una storia vera ti lega alla presa diretta e la televisione, se ben fatta, assolve a questo compito. Apprezzo molto Dolan perche’ e’ molto bravo a coniugare lo sguardo sulla realta’ con la dimensione emotiva andando oltre il realismo. Nel mio film c’e’ uno sguardo introspettivo, un ritmo serrato ed e’ piu’ spettacolare del primo. Ne sono fortemente innamorato. Sto intraprendendo alla soglia dei 67 anni (li compira’ il 30 luglio) un viaggio che scompagina la struttura classica della sceneggiatura”. Alla domanda se ci sara’ la continuazione di Italy in a Day, il documentario che nel 2014 realizzo’ con la Rai, a partire da una campagna pubblicitaria online che chiedeva alle persone di riprendere alcuni momenti della propria giornata, Salvatores ha detto che ne sarebbe contento e che “sarebbe potuto e potrebbe diventare un appuntamento annuale ma – sottolinea – per questo servirebbe la Rai a cui peraltro abbiamo proposto il progetto ma ad oggi non se ne e’ fatto nulla. Gli avevemo proposto il tema del Capodanno. Farei Italy in a Day di nuovo”. Parlando dei progetti futuri Salvatores dice: “Sto lavorando a un film americano, sarebbe un ritorno al road movie raccontando un rapporto tra padri e figli”. A proposito de “Il Ragazzo Invisibile” non esclude che ci possa essere un terzo episodio. “in un momento in cui i ragazzi vogliono la visibilita’ attraverso i social abbiamo scelto questo super potere perche’ il piu’ economico e non si vende”. A proposito di serie televisive dice: “mi piacerebbe prima o poi farne una”. Alla domanda se in Italia siamo pronti a prospettive vicine a quelle del mondo Marvel. Salvatores asserisce dicendo che da un punto di vista tecnico lo siamo e che e’ importante sperimentare ma servono produttori e reti televisive che abbiano il coraggio di rischiare.[irp]