“Prendete una foto di Renzi e ricordate sempre cosa è successo a lui dopo il 40%. Ora tutti al lavoro”. I parlamentari leghisti che in queste ore hanno parlato con Matteo Salvini riferiscono che questo è, in sostanza, uno dei messaggi che il leader manda dopo la vittoria alle europee. Salvini è consapevole che il 34% raggiunto gli dà grande forza, ma anche grande responsabilità. E spinge subito sull’acceleratore per approfittare dello sbandamento di Luigi Di Maio (di cui oggi si sono perse le tracce) e capitalizzare il risultato. Per questo ha fatto circolare oggi pomeriggio il testo “definitivo” del dl sicurezza bis, tornando a chiedere che “venga esaminato nel prossimo Consiglio dei Ministri” nella “convinzione” che “siano stati soddisfatti tutti gli interrogativi tecnici”.
Ma non solo: oggi in una diretta Facebook ha anche anticipato i contorni della proposta di flat tax messa a punto dagli economisti del Carroccio. “Con 30 miliardi di euro si fa la riduzione fiscale, la tassa piatta sui redditi delle imprese e delle famiglie almeno fino a 50mila euro”. E anche gli altri dossier cari ai leghisti, Autonomia e Tav, “sono pronti”. Proprio sulla Tav, la Lega ha confermato, contrariamente a quanto chiedevano i pentastellati, il suo emendamento al decreto sblocca-cantieri, adesso in Aula al Senato. Una “scaletta” che il M5s, alle prese con la digestione della sconfitta che ha scatenato i malumori degli ortodossi ma non solo, difficilmente può mandare giù. Ma in assenza di indicazioni dal vertice, i parlamentari non sanno come fare fronte all’offensiva degli alleati di governo. “Alla fine anche Renzi prese il 40% e poi è successo quel che è successo”, è l’auspicio di un deputato pentastellato.
In questo clima, giovedì si prospetta una giornata estremamente complessa e potenzialmente “esplosiva” per l’esecutivo. In giornata, infatti, è attesa la sentenza del Tribunale di Genova sul caso di Edoardo Rixi, nel processo sulle cosiddette “spese pazze” nella Regione Liguria. Se fosse condannato, Salvini è determinato a evitare un nuovo caso di Armando Siri, dimesso dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Ci auguriamo qualcosa di positivo, dovesse arrivare qualcosa di diverso abbiamo già detto che Rixi sta al suo posto. La Lega ha deciso”, ha ribadito oggi il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo. Un dito nell’occhio del Movimento 5 stelle, che ribadisce che in caso di condanna deve dimettersi. Ma ora Di Maio ha meno forza per poter imporre la propria linea.
Per uscire dall’impasse si attende un chiarimento al vertice, con il confronto tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i vice. Il premier ha sentito entrambi, mentre Di Maio e Salvini ancora non sono tornati a parlarsi. Si vedranno al ritorno da Bruxelles del capo del governo. “Abbiamo in cantiere tante inziative, dobbiamo rilanciare l’azione di governo”, ha detto Conte arrivando al vertice informale dei leader Ue, assicurando di non sentirsi “commissariato”. Ma Salvini sulle sue proposte accetterà solo dei sì: “Il governo – scandisce – va avanti, non ho dubbi. Se tutti fanno la loro parte e rispettano gli impegni presi”. askanews