Se per Umberto Bossi la “base” della Lega “è stufa di Salvini”, i vertici del Carroccio non lo dimostrano. Il Consiglio federale, cioè il massimo organo collegiale del partito composto da una cinquantina di membri, ha infatti confermato “all’unanimità dei presenti” la linea nazionale di Matteo Salvini e prorogato il suo mandato da segretario fino a quando sarà fissata la data delle elezioni politiche. La sua carica è infatti in scadenza il 16 dicembre, ma a questo punto l’ipotesi di un congresso federale si allontana. “Poiché riteniamo sia utile sia probabile il voto in primavera, il Consiglio federale all’unanimità mi ha chiesto di restare segretario federale fino alla fissazione delle elezioni perché non c’è tempo da perdere in beghe di partito”, ha detto Salvini pochi minuti dopo l’arrivo di Bossi, a riunione finita, in via Bellerio. D’altra parte la posizione del fondatore, secondo il quale “in Lombardia e in Veneto non frega niente dell’Italia”, non potrebbe essere più lontana, a partire dall’ambizione di Salvini di candidarsi alla guida del centrodestra.
“E’ segretario di una forza indipendentista, non può anche essere leader del centrodestra. Io non glielo consiglio, è troppo difficile, non vorrei che la gente venisse a prendere quelli della Lega con i forconi”, ha osservato il fondatore, secondo il quale “è un problema di esperienza e di conoscenza: noi abbiamo più interesse altrove”. Salvini però tira dritto e punta su primarie di coalizione per la scelta sia del candidato del centrodestra alla presidenza del Consiglio sia del programma della coalizione: “Si dovranno fare in tutta Italia, noi siamo pronti e desiderosi di partecipare”. Un attivismo confermato dalla raccolta firme organizzata il prossimo fine settimana in tutta Italia per chiedere elezioni politiche prima possibile e dalla manifestazione nazionale annunciata “entro la fine di gennaio” 2017. L’obiettivo è quello di cavalcare l’onda lunga della vittoria del No al referendum sulla riforma costituzionale, prendendo il più possibile le distanze dal nuovo governo “imbarazzante e vergognoso” guidato da Paolo Gentiloni e spingendo su una maggiore autonomia di Lombardia e Veneto, Regioni a guida leghista nelle quali il Carroccio chiederà un referendum in primavera. Quanto alla legge elettorale il vertice del Carroccio ha deciso di puntare sul recupero del Mattarellum.