Tra dubbi e rinvii, il voto online divide M5s, mentre Matteo Salvini attende in Sardegna l’esito del voto on line dei militanti Cinquestelle e quello di domani della giunta per le Immunita’ del Senato. E intanto tutti guardano alla tenuta del governo, anche se i diretti interessati, M5s e Lega, assicurano che andra’ avanti comunque vada il voto. I parlamentari grillini, in attesa dell’assemblea congiunta di questa sera con Luigi Di Maio, mostrano approcci diametralmente opposti sulla vicenda Diciotti e sulla decisione dei vertici 5 Stelle di far decidere agli iscritti se processare o meno Matteo Salvini. E ad un certo punto della giornata rumors fanno trapelare anche dubbi del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che pero’ vengono prontamente smentiti da fonti di palazzo Chigi a sottolineare che non ci sarebbe alcuna interferenza da parte del premier.
Ma la rabbia monta anche nella base M5s e tra alcuni parlamentari. Il voto online previsto in un primo momento dalle ore 10 alle 19 e poi subito passato dalle 11 alle 20, e’ slittato in corso di giornata fino alle 21.30 a causa di quella che viene definita “alta partecipazione” e che di fatto ha mandato in tilt la piattaforma operativa dei 5 stelle. E inoltre il quesito viene ‘ritoccato’ anche se la sostanza non viene modificata: si deve scegliere il no se si vuole autorizzare la magistratura a procedere nei confronti di Salvini, si deve optare invece per il si’ se si vuole ‘salvare’ il titolare del Viminale. Dunque c’e’ chi cerca di ‘spegnere’ il fuoco come lo stesso Beppe Grillo che dopo le critiche di ieri oggi smorza le sue parole: “Da me solo una battuta, montata ad arte contro M5s. Piena fiducia nel capo politico Luigi Di Maio”. E il vicepremier aggiunge: “Da capo politico sosterro’ il risultato del voto”, “i nostri elettori sono perfettamente in grado di votare secondo coscienza”.[irp]
I timori per una crisi di governo vengono allontanati, in primis dallo stesso Salvini e dalla Lega, ma anche dagli stessi vertici pentastellati che sono sicuri che alla fine prevarra’ il diniego alla richiesta di autorizzare il processo di Salvini. Il vicepremier leghista spiega: “Oggi decidono se io devo andare a processo o non devo andare a processo: i barconi che sono arrivati e che arriveranno i li rimando indietro uno per uno, perche’ prima vengono i sardi, prima vengono gli italiani e poi viene il resto del mondo”. Il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli sostiene che il voto non avra’ nessuna conseguenza sulla tenuta dell’esecutivo giallo-verde: “Non vedo perche'” dice. M5s e Lega resteranno insieme al governo? gli viene chiesto. E lui risponde: “Assolutamente si'”. I vertici istituzionali non entrano assolutamente nel merito di una vicenda che riguarda il Parlamento, la magistratura e l’esecutivo.
Anche se non sfugge che le fibrillazioni in maggioranza sono ormai all’ordine del giorno. E dunque si accavallano retroscena che attribuiscono questo o quell’orientamento al Quirinale. Dove si stanno osservando le vicende di questi giorni, si continuano a monitorare gli andamenti della finanza pubblica e si prosegue con l’ordinaria attivita’ istituzionale. Certo, tutti gli scenari sono aperti in caso di crisi di governo, anche se i principali osservatori scommettono che il vero terremoto potrebbe giungere non prima delle elezioni europee. Ma se tutto dovesse precipitare, in qualunque momento, ovviamente il primo atto che il Capo dello Stato dovrebbe fare sarebbe di convocare le consultazioni per capire se una maggioranza alternativa e’ possibile. Al momento pare molto improbabile riuscire laddove non si e’ riusciti lo scorso anno, ma molto dipendera’ dall’esito delle europee. Ma per ora questi sono scenari assai futuribili e nei corridoi dei palazzi della politica si e’ abituati a procedere passo dopo passo.