Salvini con ‘IoApro’: sacrosanto. Gli organizzatori: già 60mila
Carriera: “Dal 15 sera in poi saremo aperti, ricorreremo contro multe”
Il diritto alla salute “va tutelato” ma “il diritto al lavoro, alla vita, a portare a casa la pagnotta per i propri figli è altrettanto sacrosanto”. Matteo Salvini si schiera così con i ristoratori che da venerdì 15 hanno intenzione di riaprire i loro locali, in violazione delle attuali disposizioni. “Al momento abbiamo le adesioni di 60mila bar e ristoranti, dal 15 gennaio riapriamo e apriremo anche i giorni successivi”, ha affermato Umberto Carriera, il ristoratore di Pesaro promotore dell’iniziativa, durante una diretta sui canali social del segretario leghista. “Non è una protesta o una manifestazione di un giorno, è sopravvivenza: siamo al collasso, non possiamo più pagare dipendenti, bollette, mutui”.
Spronato dalle domande di Salvini, Carriera, che non è nuovo a manifestazioni di protesta in tempi di Covid, ha spiegato che “ci stanno contattando migliaia di persone, anche palestre, piscine e mondo dello spettacolo. E anche i cittadini ci sostengono, ci chiedono di riaprire”. E per quanto le sanzioni, “ci stiamo tutelando grazie a una task force di 30 avvocati per i commercianti e anche per i clienti. Le loro multe le prendiamo noi, ci pensiamo noi a gestirli, e prepareremo centinaia di migliaia di ricorsi”.
Salvini ha quindi sposato l’iniziativa: “Umberto non può essere accusato di negazionismo, avranno dei protocolli sanitari ancora più rigidi di quelli previsti dal governo, ma i ristoratori mi dicono che non ce la fanno più, che stanno rischiando di morire non di Covid ma di fame, che i rimborsi non arrivano, che non riescono più a pagare dipendenti e fornitori. Non si tratta di negazonisti, casinisti, evasori, ma di padri di famiglia. Il Covid c’è, uccide, merita precauzione, ma dopo mesi e mesi di promesse di ristori, rimborsi…”.