Salvini fallisce un’altra spallata, e Zaia si prende il Veneto

Salvini fallisce un’altra spallata, e Zaia si prende il Veneto
Matteo Salvini
22 settembre 2020

La Toscana resta “rossa”, la lista Zaia triplica la lista Lega. Erano due le partite che Matteo Salvini giocava alle Regionali, ed entrambe le perde. Unica consolazione, Fratelli d’Italia cresce ma non sfonda, tanto che il segretario leghista può ancora dire che “le leadership le scelgono gli elettori” e “la Lega è il primo partito del centrodestra”.

Per il resto, Salvini può solo tentare di volgere a suo vantaggio il quadro politico consegnato dal voto. E allora prova a prendersi un pezzo del referendum-simbolo del M5s, ricordando i “quattro sì” in Parlamento della Lega; prova a dirsi comunque soddisfatto per il 40% di Susanna Ceccardi in Toscana; prova a negare competizioni interne con Zaia. E pur negando di voler forzare il voto locale su scala nazionale, butta lì la necessità di una “riflessione” su un “Parlamento delegittimato” per l’esito referendario e per il fatto che “la prima forza politica di due anni fa”, il M5s, “è stata democraticamente cancellata dagli elettori”.

Ma è evidente che ora le preoccupazioni di Salvini sono altre: la legge elettorale da un lato, la gestione del Recovery fund e della prossima manovra finanziaria dall’altro. Il segretario leghista chiarisce: “Non chiedo le elezioni anticipate”, e piuttosto mette il suo veto sul proporzionale, “la morte politica, sociale ed economica del Paese”. E chiede a Giuseppe Conte di essere coinvolto nelle scelte economiche dell’autunno: “Con la fine della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti rischiamo la tempesta. Conte la smetta di fare proclami e ci ascolti, abbiamo delle idee”.

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Una chiave potrebbe essere la Conferenza Stato-Regioni: “Per garbo istituzionale abbiamo aspettato fino ad adesso, ma la presidenza in mano al Pd con 15 regioni su 20 al centrodestra… mi sembra evidente che dovrà essere qualcun altro” e non più Stefano Bonaccini “ad andare a parlare con Conte o Gualtieri”. Un nome “ovviamente ce l’ho”, ma Salvini non lo scopre ancora: “Faremo una riunione della Lega mercoledì”, spiega. E chissà che non possa essere Luca Zaia a rivendicare quella casella, di chi appunto va a parlare con Conte e Gualtieri.
Perchè nella conta interna andata in scena in Veneto, il vincitore è quello che preferisce – per dirla con Salvini – il prosecco al vino fermo. Con la Lega surclassata dalla lista Zaia, Salvini minimizza: “Non temo e non soffro nessuna competizione interna, la mia competizione è col Pd. Ditemi dove firmare per vivere il dramma dove la lista della Lega e quella del governatore arrivano al 60%. Se posso firmare, ditemi dove”.

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