Salvini e Di Maio ancora divisi da fattore B

Salvini e Di Maio ancora divisi da fattore B
Matteo Salvini al Vinitaly
15 aprile 2018

Era forse l’ultima occasione per trovare punti in comune per un’alleanza Lega-Cinque Stelle prima del pronunciamento del Colle sullo stallo dopo la seconda consultazione. Ma il faccia a faccia nei padiglioni di Vinitaly, da molti ipotizzato, tra Matteo Salvini e Luigi di Maio, che oggi hanno visitato la fiera veronese, non c’è stato. I due non si sono incrociati. Ma il botta e risposta a distanza ravvicinata di dichiarazioni ha evidenziato da una parte, lo scoglio che impedisce, allo stato delle cose, un’alleanza tra il primo partito uscito dalle elezioni e il centrodestra: Berlusconi. E dall’altra l’apertura esplicita di Di Maio al pd: “L’ipotesi di un governo di cambiamento – ha detto – non la stiamo proponendo solo alla Lega, ma anche al partito democratico. E credo che ci sia bisogno di un po’ di senso pratico in questo momento, non di legarsi a logiche politiche”. Non solo: il movimento Cinque Stelle, ha detto Di Maio, “non può prendere in considerazione un centrodestra che non esiste. E lo abbiamo visto con le immagini del Quirinale”. “C’è chi si ostina a volerci propinare questa idea del centrodestra. E’ un’idea non percorribile e potrebbe essere anche un danno per il Paese, visto le lacerazioni che hanno al loro interno. Per questo – ha aggiunto – mi sono rivolto o alla Lega o al Pd, due singole forze politiche”. Il leader della Lega era arrivato alle 10 del mattino ed è rimasto fino in chiusura.

Salvini: contrario a “governissimi e governoni”

Il suo omologo dei Cinque Stelle alle 14, per lasciare la fiera tre ore dopo. Bagno di folla e strette di mano per entrambi, con attorno la massa dei giornalisti delle grandi occasioni. Un buon vino con Di Maio? “Un buon vino con tutti e per tutti. Quindi, oggi porto solo omaggio agli imprenditori italiani che resistono”, aveva detto Salvini al suo arrivo, affermando però che non era previsto nessun incontro in giornata con il candidato premier dei Cinque Stelle. Utilizzando parafrasi enologiche, il leader leghista ha ribadito la sua volontà di fare il premier: “Io sono pronto. Non dico no a nessuno, sono altri che non hanno ancora deciso che tipo di vino bere”. Ma ha spiegato di essere contrario a “governissimi e governoni”, rispondendo indirettamente a Berlusconi, che in un’intervista oggi ha chiesto “un governo autorevole” sostenuto da una “maggioranza non qualsiasi”. A Vinitaly, oltra alla presidente Fi del Senato Maria Elisabetta Casellati in pole per un mandato esplorativo per una maggioranza centrodestra-Lega, anche la leader Fdi Giorgia Meloni. “Noi – ha dichiarato- abbiamo fiducia in Mattarella e lo aiuteremo. Diciamo di sì a un governo autorevole ma no a governi di inciucio che hanno già fatto danni al Paese. Un governo per essere autorevole deve essere guidato dal centrodestra che ha vinto le elezioni prendendo più voti di tutti. Li ha presi unito e unito resterà”.

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