Boccia sul nascere il partito unico del centrodestra e rimarca che alle Politiche del 2023, ci sarà il simbolo della Lega sulle schede elettorali. Matteo Salvini tira dritto come una ruspa, in barba ai sondaggi e agli attacchi che arrivano da più fronti. Una giornata, quella di ieri, scaglionata da interviste e comizi come se volesse recuperare il terreno perduto (secondo i sondaggisti). Una giornata di interviste, comizi ma anche qualche fuori programma. Parlando in un cortile a Bologna, Salvini ha visto Romano Prodi affacciarsi alla finestra della sua abitazione, insieme alla moglie Flavia. “Siamo circondati, c’è il Professore…”, ha scherzato il leader della Lega. Che ha fermato i ‘buu’ dei suoi sostenitori: “Non abbiamo nemici, solo avversari”. Siparietto a parte, il capo del Carroccio, condivide “con l’amico Silvio la volontà di collaborare in maniera positiva ed efficace, per il bene dell’Italia e anche del governo, viste le divisioni crescenti in Pd e 5Stelle. Ma un partito unico non si crea in pochi giorni, e le identità dei nostri movimenti sono un valore popolare importante”.
Tradotto: sulle schede elettorali, e nei “cuori di milioni di italiani”, il simbolo della Lega “c’è e ci sarà”. Insomma, il partito unico “non è all’ordine del giorno, come la vittoria della Champions da parte del Milan, di certo non l’anno prossimo”. Altra cosa, invece, ha precisato l’ex capo del Viminale, “è lavorare come stiamo facendo per dare vita ad una Federazione che metta in comune valori, progetti e riforme, a partire dai 6 referendum sulla giustizia che sono la prima occasione per dimostrare unità e compattezza”. E per accelerare sulla federazione del centrodestra, Salvini ha lanciato “una carta dei valori che proporrò a Berlusconi e da sottoporre a chi ci sta”. In altri termini, “partiamo dalla collaborazione sui temi: dalla giustizia al fisco, libertà d’impresa, famiglia, innovazione, ambiente”. Appello subito accolto dallo stesso Silvio Berlusconi che ha annunciato che “Tajani ha dato indicazione agli azzurri di partecipare alla raccolta di firme”. Per il leader di Fi, d’altronde, “la riforma della giustizia, del fisco e della burocrazia, è condizione necessaria per far ripartire il Paese”, tenendo a precisare che in merito “siamo al lavoro con il presidente Draghi e con il ministro Cartabia”. Di certo, il Cavaliere al partito unico ancora ci crede. Qualche ora prima dello stop di Salvini, Berlusconi, pur ribadendo che il partito unico del centrodestra non può essere “una fusione fredda” aveva precisato che proprio questo, per la sua costruzione l’orizzonte temporale è il voto del 2023.
Il centrodestra italiano, aveva aggiunto Berlusconi, “ha il pregio della chiarezza, e il richiamo all’Italia, il Paese che amiamo, mi pare utile. Non mi dispiace neppure Centrodestra Unito, la cui sigla, Cdu, avrebbe il pregio di richiamare quello che per noi è un modello di riferimento, i nostri partner tedeschi nel Partito popolare europeo”. E Fdi di Giorgia Meloni resta fuori? “Rispetto anche se non condivido la scelta dei nostri amici di Fratelli d’Italia”, aveva puntellato Berlusconi. Insomma, ci sarebbe anche il simbolo. Ma, almeno per ora, Salvini non vuol sentir parlare di partito unico. Intanto, continuano le tensioni nel centrodestra per partorire i candidati sindaci di Napoli e Milano. Nel capoluogo campano, la coalizione si spacca sulla candidatura di Catello Maresca. Forza Italia rompe con il pm anticamorra in aspettativa per “distanza incolmabili”. E così rispunta Sergio Rastrelli, figlio dell’ex governatore della Campania Antonio, sponsorizzato da FdI. Mentre a Milano, dal cilindro leghista, esce il nome di Luca Bernardo, direttore responsabile della casa pediatrica Fatebenefratelli-Sacco. E tutto ciò, mentre resta in piedi la candidatura di Andrea Farinet, il docente universitario, presidente di Pubblicità Progresso, su cui ufficialmente ancora i partiti del centrodestra ancora non si pronunciano. La telenovela continua.