Salvini non molla, io leader centrodestra

Salvini non molla, io leader centrodestra
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini
17 marzo 2018

Qualche parola al miele, la “totale sintonia e condivisione di programma e di intenti”, e subito dopo l’affondo: “Come leader del centrodestra parlo e mi muovo a nome di tutti gli alleati”. Matteo Salvini non cede sul suo status di dominus della coalizione, e rivendica l’autorità per gestire in proprio la complicata fase post elettorale. Sulle presidenze delle Camere, ma anche – fa sapere nella stessa nota – nella preparazione del governo. Lo stop di Forza Italia arriva immediato, ed è affidato a Renato Brunetta: “Salvini è e resta il leader della sola Lega”, perchè la premiership (“se riusciremo a farlo, il governo”) “non coincide con la leadership, che “si conquista giorno per giorno”. Insomma, per bocca del capogruppo alla Camera, Silvio Berlusconi invoca “collegialità e pari dignità” nella coalizione, a partire dalle presidenze delle Camere. Su cui invece la Lega non recede dal suo schema: una alla Lega, l’altra al M5s. È sempre Brunetta a minacciare: “Faccino pure, come diceva Fantozzi. Ci vediamo in Aula a scrutinio segreto e ci divertiamo. Se fanno il patto tra loro, salta tutto”. La sponda che cerca Fi è quella del Pd: “È il secondo partito e non va emarginato”.

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Che la partita sia complicata, lo sanno anche nella Lega, ma almeno per ora non sono alle viste cambi di linea. Perchè un punto di debolezza, nella strategia di Salvini, sta proprio all’interno della Lega, con Roberto Calderoli che ambisce alla presidenza di palazzo Madama quando i suoi stessi colleghi di partito lo ritengono troppo controverso per quel profilo “di garanzia” che la carica richiede: “Che direbbe Mattarella?”, si chiedono i leghisti, pur sapendo che “nessuno di noi si proporrebbe al posto di Roberto, nessuno gli darebbe una simile coltellata”. Da qui il nome della Bongiorno, che però avrebbe ulteriore motivo di ostilità in Fi, dove ancora la ricordano (senza rimpianti) alla guida della commissione Giustizia in quota Fini. Insomma, la strada è ancora lunga e in salita. E anche se tutti ripetono che la partita Camere non prelude alla nascita del governo, i ragionamenti all’interno del Carroccio su una possibile intesa con i Cinque Stelle proseguono, e lunedì al Federale un sondaggista ha anche illustrato le possibili sovrapposizioni a livello elettorale. Ma un altro sondaggio è forse alla base dell’attivismo di questi giorni di Salvini, che dice di “aspettare la chiamata di Mattarella” per provare a formare il governo ma intanto continua il tour dell’Italia come se il voto non si fosse ancora consumato: è quello sulle attuali intenzioni di voto degli italiani. Numeri chiari: Lega sopra il 22%, Fi al 10%, Fratelli d’Italia al 3.

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