Il leader della Lega Matteo Salvini ha dichiarato fermamente che non intende patteggiare nel processo Open Arms, che lo vede accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio. Durante un’intervista al programma “Quarta Repubblica” su Rete 4, Salvini ha chiarito la sua posizione, sottolineando: “Non patteggio perché sono convinto di aver ragione e difendo la sicurezza del mio Paese”. L’ex ministro dell’Interno ha ribadito che la sua azione, volta a bloccare gli sbarchi di migranti nel 2019, era una promessa fatta agli elettori.
Questa presa di posizione si distingue dalla scelta dell’ex governatore della Liguria, Giovanni Toti, che ha optato per il patteggiamento in un diverso contesto giudiziario. Salvini, invece, rimane saldo nella sua decisione di difendere la sua linea politica fino all’ultimo grado di giudizio: “Votatemi e riduco gli sbarchi”, era stato uno dei punti cardine della sua campagna.
Il processo Open Arms ha suscitato reazioni anche a livello internazionale, con il primo ministro ungherese Viktor Orbán che ha espresso pubblicamente il suo sostegno a Salvini. In un messaggio su X (precedentemente Twitter), Orbán ha definito Salvini “il patriota più coraggioso d’Europa” e ha accusato le istituzioni europee di penalizzare coloro che difendono l’Europa. Il vicepremier italiano ha risposto ringraziando Orbán, annunciando che si incontreranno presto a Budapest: “Le prove e le minacce non fermeranno il vento del cambiamento e della libertà che soffia in Europa”.
In Italia, il sostegno a Salvini da parte del centrodestra è compatto. Durante un consiglio federale convocato ad hoc dopo la richiesta di condanna a sei anni, Salvini ha ringraziato il governo e i partiti di maggioranza per la loro solidarietà. Ha definito il processo una manovra politica della sinistra volta ad attaccare il diritto alla difesa dei confini nazionali.
Anche Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, ha ribadito il sostegno a Salvini, sottolineando che la linea politica dell’ex ministro dell’Interno era chiara e condivisa. Foti ha anche evidenziato come l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, avesse avallato le stesse scelte di Salvini, pur prendendone ora le distanze.
Salvini ha colto l’occasione per annunciare che il prossimo raduno leghista di Pontida, previsto per il 6 ottobre, sarà una grande mobilitazione a favore della sicurezza dei cittadini italiani e della sovranità nazionale. Salvini ha osservato come l’intera Europa, inclusi i governi socialisti, stia rafforzando i controlli ai confini, aumentando le espulsioni e presidiando la sicurezza interna.
Nonostante le sfide legali, Salvini si dice determinato a continuare la sua battaglia, anche a livello mediatico. Ha aggiornato la sua biografia, “Controvento”, con tredici pagine aggiuntive intitolate “Processo a un italiano”, dove racconta la sua versione dei fatti, che considera un attacco politico. Nel suo instant book, elenca una serie di episodi in cui navi di ONG sono rimaste in mare senza conseguenze legali simili.
Con il centrodestra compatto al suo fianco, Salvini è deciso a portare avanti la sua linea politica e a difendere il suo operato. La sua battaglia si protrarrà fino alla Cassazione, qualora necessario, e il raduno di Pontida rappresenterà un momento chiave nella sua strategia di mobilitazione nazionale.