Le possibilità che il governo Pd-M5s naufraghi prima di nascere, regalandogli le urne, la stima ormai al 10%. E allora Matteo Salvini già si prepara a quella che – per citare Berlusconi – potrebbe essere una lunga traversata nel deserto dell’opposizione: “Se partono, durano tre anni…”, dice ai suoi al termine di una giornata che lo ha visto finire sul banco degli imputati, martellato dal premier, dagli ex alleati, dalle opposizioni.
Fino all’ultimo ha provato il piano B, quell’offerta last minute di portare a casa il taglio dei parlamentari, e – perché no a quel punto – anche la manovra, per poi andare al voto. Ha anche fatto ritirare la mozione di sfiducia a Conte, ma la strada non è praticabile. E allora ci si prepara all’opposizione, “perché noi resteremo fuori da ogni possibile ipotesi di governo, ponte elettorale o istituzionale” dicono a scanso di equivoci i suoi. Sapendo che “puoi scappare dal voto per un mese, tre mesi, sei mesi, un anno, due anni, ma poi al voto ci devi tornare”. Il dubbio tra le fila leghiste è però quanto costerà in termini di consenso la traversata all’opposizione: “Abbiamo raddoppiato i consensi al governo, non abbaiando alla luna stando all’opposizione…”, dicono ora. Quando Giancarlo Giorgetti lascia l’Aula, dopo le comunicazioni di Conte e la replica di Salvini, è nero: “Tutto come previsto…”. C’è poi la questione Russia-gate, su cui oggi hanno picchiato duro sia Conte che Matteo Renzi, da affrontare non più dall’ufficio del Viminale ma dallo scranno di senatore semplice.
Ma i suoi difendono comunque la scelta di far saltare il banco: “Il clima nel governo e in Parlamento era irrespirabile, ci registravano le conversazioni, non si poteva più andare avanti”. E allora meglio staccare la spina prima della manovra: “Matteo voleva fare una manovra con il coraggio che ha mostrato sull’immigrazione. Ma il taglio delle tasse che vuole lui non era possibile con Conte, Moavero, Tria…”. Poi la delusione su Zingaretti: “Si erano sentiti, erano d’accordo sul voto – raccontano i suoi – ma è bastata la conferenza stampa di un senatore semplice per fargli cambiare idea…”. E ora, in attesa di salire da Mattarella, si comincia con gli attacchi al “governo degli inciuci”, “con Renzi e Boschi“, che “vuole riaprire i porti”, legato alla “catena dell’Europa”. Mentre la finanziaria che avrebbe voluto fare, dice nella diretta Facebook ai suoi sostenitori, avrebbe avuto “50 miliardi di tagli alle tasse degli italiani”.