La terra spaccata, i rubinetti asciutti. San Paolo ha sete per la peggiore crisi idrica da 80 anni a questa parte. In molti quartieri di San Paolo l’ acqua viene razionata ormai da mesi e migliaia di persone sono costrette a rifornirsi a pagamento da società private che utilizzano autobotti. “Adesso ci penso due volte prima di farmi la doccia, prima lasciavo scorrere l’acqua mentre mi insaponavo, ora non lo faccio più” dice un abitante di San Paolo. La capitale economica del Brasile conta più di 20 milioni di abitanti e le riserve sono ormai agli sgoccioli, tanto che l’Agenzia brasiliana per le acque ha definito la situazione è ad un passo dalla tragedia, e ha autorizzato a utilizzare il secondo livello di acque morte mai utilizzate prima per il consumo umano. “Chi soffre è sempre la popolazione che deve smettere di lavorare per inseguire un po’ d’acqua. I ricchi la pagano e l’hanno garantita”. Aggiunge un altro abitante. Le scorte si sono ridotte, a causa della persistente siccità e delle alte temperature, fenomeni strettamente connessi con la deforestazione che ha spezzato il ciclo della pioggia. “Rimane ancora il terzo ed ultimo livello di acque morte, ma è costituito dal drenaggio delle riserve, praticamente fango”. (immagini AFP)