Sanità nel caos: Tar sospende le tariffe Lea, nuove terapie rimandate

La decisione arriva in seguito a un ricorso collettivo presentato da centinaia di strutture e laboratori accreditati. Prossima udienza al 28 gennaio per una discussione più approfondita

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Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio ha sospeso il decreto del Ministero della Salute che avrebbe dovuto aggiornare le tariffe per le nuove cure e prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sia quelle gratuite che quelle soggette a ticket. Questo decreto, emanato a novembre, avrebbe segnato l’entrata in vigore dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) previsti dal 2017.

La sospensione riguarda il “Tariffario delle prestazioni di Specialistica ambulatoriale e protesica”, aggiornamenti che non venivano fatti rispettivamente dal 1996 e dal 1999. La decisione arriva in seguito a un ricorso collettivo presentato da centinaia di strutture e laboratori accreditati, supportati dalle principali associazioni di categoria.

Il ricorso, in sostanza, sostiene che il decreto viola i principi costituzionali di efficienza e buon andamento della pubblica amministrazione. Le tariffe proposte non avrebbero considerato l’incremento dei costi operativi e le difficoltà causate dalla pandemia e dalla crisi economica. Inoltre, l’istruttoria per l’approvazione delle nuove tariffe è stata ritenuta incompleta e lacunosa dal giudice amministrativo, che ha stabilito la presenza di profili di danno per le aziende sanitarie.

Il Tar ha accolto la richiesta di sospensione cautelare del decreto, fissando un’udienza al 28 gennaio per una discussione più approfondita. Questo stop inaspettato potrebbe allungare i tempi di accesso alle nuove prestazioni, che includono innovazioni come la procreazione medicalmente assistita (PMA), la consulenza genica, l’adroterapia, l’enteroscopia con microcamera ingeribile e la radioterapia stereotassica, oltre a nuove tecnologie come apparecchi acustici digitali, attrezzature domotiche e protesi avanzate per arti.

Le conseguenze immediate della sospensione sono significative, non solo per i cittadini che attendevano l’accesso a queste nuove cure, ma anche per le Regioni che avevano già aggiornato i loro sistemi informatici per includere le nuove tariffe e prestazioni. La decisione ha suscitato reazioni politiche, con Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, che ha criticato duramente il Ministro della Salute per la gestione del decreto, definendo la situazione un “grave pasticcio” e un “regalo di fine anno” che evidenzia la crisi del servizio sanitario pubblico.

Il settore privato, rappresentato da associazioni come Federanisap, Aiop e Uap, ha accolto la decisione come una “grande vittoria”. Le nuove tariffe, che generalmente prevedevano una riduzione dei rimborsi, ora restano in stallo, sollevando preoccupazioni per un potenziale “corto circuito” nei sistemi di prenotazione regionali e un rischio di “paralisi” nei servizi sanitari. Ora, con il decreto sospeso, si attende la prossima udienza per capire come il Ministero della Salute e le Regioni possano risolvere questo imprevisto, mentre il mondo sanitario italiano si trova in una fase di incertezza e attesa.