“Nessuna rivalsa, solo tanta felicita’” per Ermal Meta e Fabrizio Moro, che hanno vinto a Sanremo dopo i sospetti di autoplagio per il brano Non mi avete fatto niente. “Ci siamo sentiti feriti e attaccati ingiustamente – ammette Meta – ma in questo momento non c’e’ rancore. E’ andato tutto al suo posto”. “C’e’ talmente tanta gioia – gli fa eco Moro – che non c’e’ spazio per altro. Personalmente sono cosi’ abituato a superare gli ostacoli e a trasformarli in energia positiva che quello che e’ successo mi ha dato la forza per interpretazioni migliori”. Cala il sipario anche sulla 68esima edizione del Festival di Sanremo che fino all’ultimo ha fatto registrare un boom di telespettatori. La serata finale che, per l’appunto, ha visto la vittoria di Ermal Meta e Fabrizio Moro, con Non mi avete fatto niente, ha incollato a Rai1 12 milioni 125 mila telespettatori pari al 58.3% di share.
GARA E IMPEGNO SOCIALE Gara ed emozioni forti per il gran finale del festival di Sanremo 2018. La serata si è aperta con l’esibizione del vincitore della Nuove Proposte, Ultimo con ‘Il ballo delle incertezze’ (che Baglioni ha modificato per sbaglio in ‘Il ballo delle apparenze’), poi è partita la gara aperta da Luca Barbarossa. A seguire, in ordine di uscita: Red Canzian, i The Kolors, Elio e Le Storie Tese, Ron, Max Gazzè, Annalisa, Renzo Rubino (che è stato raggiunto sul palco dai nonni materni, abbracciati in un ballo lento), i Decibel, Ornella Vanoni con Pacifico e Bungaro (la performance si è conclusa con una standing ovation dell’Ariston per la signora della canzone, che ha accettato la gara a 83, in un festival in cui non avrebbe certo sfigurato tra gli ospiti), Giovanni Caccamo, Lo Stato Sociale (che sul finale ha coinvolto la platea in un ballo scatenato), Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, Diodato e Roy Paci, Nina Zilli, Noemi, Ermal Meta e Fabrizio Moro, Mario Biondi, Le Vibrazioni, Enzo Avitabile e Peppe Servillo. Uno dei momenti più emozionanti della serata lo ha regalato il monologo sul tema dell’estraneità e dell’esclusione del bravissimo Pierfrancesco Favino dal suo ultimo spettacolo teatrale ‘La notte poco prima della foreste’, tratto dal dramma di Bernard-Marie Koltès. Sul finale, con Favino in lacrime, è entrata Fiorella Mannoia, ospite del festival per cantare con Claudio Baglioni ‘Mio fratello che guardi il mondo’, in omaggio ad un altro grande della canzone italiana come Ivano Fossati. Intorno a mezzanotte è stato ancora Favino, insieme a Michelle Hunziker, a dedicare un momento alla Giornata del ricordo delle Foibe. Grande emozione anche per Laura Pausini (ripresasi dalla laringite dopo il forfait della prima serata) che ha finito il suo set uscendo sul red carpet davanti all’Ariston festeggiata dai fan. Sorpresa per l’invertento, proprio durante la performance della Pausini, di Fiorello in collegamento telefonico che ha scherzato sul futuro del festival: “Dopo questo successo chi lo farà l’anno prossimo? Pare che la Rai abbia chiamato il Papa e Melania Trump”. A chiudere la carrellata di ospiti musicali italiani di questo festival è stato il trio Pezzali-Nek-Renga che ha intonato con Claudio Baglioni ‘Strada Facendo’. Tutto l’Ariston si è unito in piedi al coro, compresa la presidente della Rai, Monica Maggioni, che ha seguito dalla platea l’intera serata.
BAGLIONI Sullo stato di salute della musica italiana, per Claudio Baglioni, bisogna “ricominciare a sporcarsi le mani e cercare di rompersi il muso e prendersi la responsabilità, dando risposte per quanto possibile”. “Lo Stato di salute è buono ma non buonissimo – sottolinea il direttore artistico del Festival di Sanremo – non lo è nelle arti popolari, è un momento di transizione della società e del nostro tempo. Gli artisti sono le antenne sensoriali, se quello che gira non è vivo, entusiasmate è difficile che lo sia la conduzione artistica”. L’esperienza di Sanremo, “mi è servita perché dopo tanti anni di carriera si smette di sentire le cose degli altri, si controllano i colleghi a vista ma non si è informati dei fatti, alcune realtà non le conosci mi ha fatto bene sentire e toccare cose da cui mi ero staccato, è stato uno studio interessante”. Da sacrestano del festival Claudio Baglioni si prepara a “spegnere le candele”. Poi, nei prossimi giorni, “pensero’ a quello che e’ accaduto, a prendere le distanze, mi chiudero’ fra tre o quattro giorni in un studio di registrazione per riprendere un disco del quale non ricordo nulla, perche’ ho in testa tutte le canzoni di Sanremo, sara’ come ritrovare un amico perduto, poi tutto il resto verrà”, dice ancora Baglioni non chiudendo le porte all’ipotesi di un bis. – “E’ un onore e privilegio essere arrivato in cima alla scala: adesso si ricomincia da capo. Potrei cambiare subito il regolamento – conclude – nei prossimi cinque minuti in cui sono ancora direttore artistico, e presentare l’anno prossimo un pezzo per le Nuove Proposte”.
HUNZIKER Soddisfatta e contenta anche Michelle Hunziker. Secondo la conduttrice del Festival di Sanremo, in televisione le donne sono uguali agli uomini. “Le donne sono ben rappresentate, più adesso di venti anni fa, quando ho iniziato era difficile essere parlante, ironica e non spogliata, corrispondere al cliché erano tutti abituati alla bella ragazza, oggi molte conducono e contano – dice Michelle Hunziker -. Nel nostro caso c’è stata grande emancipazione e non è il quadro del Paese, nel resto non c’è ancora parità, neanche in Parlamento ma ci arriveremo. Uomini e donne nel nostro mestiere sono pari veramente” conclude.
FAVINO E’ un Pierfrancesco Favino che cattura l’Ariston e impone, con la forza della recitazione, il silenzio assoluto in sala. Lo fa con il monologo “La notte poco prima delle foreste”, atto unico del drammaturgo e regista francese Bernard-Marie Kolte’s del 1977. Spesso il titolo e’ riportato al singolare, ma e’ solo per una questione legata alla prima traduzione in italiano dell’opera. E’ una figura maschile quella che parla, che descrive la condizione di chi deve sempre e solo subire, di chi viene preso a calci in culo, sempre e comunque. Anche solo per volersi sdraiare sull’erba e raccontare e ascoltare storie. Oggi si direbbe “a prescindere”. Una storia di esclusione. Il monologo racconta come di un apartheid, di un vecchio generale che non si muove da una foresta del Nicaragua, gli portano finanche le munizioni e i suoi soldati prendono di mira “tutto quello che vola al di sopra del fogliame, che compare ai margini della foresta”. E’ un testo a cui Favino e’ affezionato, a gennaio l’ha recitato all’Ambra Jovinelli di Roma. In sala all’Ariston e’ palpabile la tensione e l’attenzione. Le telecamere indugiano sui volti assorti della mooglie e della figlia di Favino. E lui, su una sedia in un palco vuoto che da’ il senso dell’esclusione, ha gli occhi lucidi mano a mano che va avanti. E sul finale ecco l’entrata in scena di Fiorella Mannoia e di Claudio Baglioni che cantano ‘Mio fratello che guardi il mondo” di Ivano Fossati. Il tutto e’ un momento importante e giusto di stacco profondo con quello che e’ un Festival della canzone. Al termine dell’esibizione sul tema degli ‘stranieri in patria’, mentre Pierfrancesco Favino, Fiorella Mannoia e Claudio Baglioni uscivano di scena all’Ariston, si e’ sentita una parolaccia, ‘siete tre stronzi’, come documenta un video che ha fatto il giro del web. A sciogliere il giallo ci pensa oggi Favino: “Era uno degli autori, particolarmente commosso, che si e’ lasciato andare a quel commento. Era come dire ‘mannaggia a voi’, anche se la frase era piu’ colorita. Ma era solo frutto dell’emozione del momento”.
CLASSIFICA E PREMI Ermal Meta e Fabrizio Moro con ‘Non mi hanno fatto niente’ vincono la 68ma edizione del Festival di Sanremo. Secondo posto per Lo Stato Sociale con ‘Una vita in vacanza’, terza Annalisa con ‘Il mondo prima di te’. Dal 4/o al 20/o posto, in ordine: Ron, Ornella Vanoni-Bungaro-Pacifico, Max Gazze’, Luca Barbarossa, Diodato e Roy Paci, The Kolors, Giovanni Caccamo, Le Vibrazioni, Enzo Avitabile e Peppe Servillo, Renzo Rubino, Noemi, Red Canzian, Decibel, Nina Zilli, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, Mario Biondi, Elio e Le Storie Tese. Circa i premi, Ron con ‘Almeno pensami’ ha vinto quello della Critica intitolato a Mia Martini – sezione Campioni della sala stampa Ariston Roof. A Ornella Vanoni è andato il Premio ‘Sergio Endrigo’ per la migliore interpretazione, mentre il premio della sala stampa ‘Lucio Dalla’ per la categoria campioni è stato assegnato a Lo Stato Sociale. Il premio ‘Sergio Bardotti’ per il miglior testo è andato a Diodato mentre si è aggiudicato il premio ‘Giancarlo Bigazzi’ per la migliore composizione musicale Max Gazzé. Infine, il premio Tim Music assegnato alla canzone più ascoltata sulla app musicale TimMusic è andato a Ermal Meta e Fabrizio Moro.