Sanzioni Cio, Malagò: situazione drammatica, ma ancora risolvibile

Sanzioni Cio, Malagò: situazione drammatica, ma ancora risolvibile
Giovanni Malagò
25 gennaio 2021

Sul tema della governance e dell`autonomia dello sport “siamo in una situazione abbastanza particolare”, probabilmente “drammatica”, anche se la situazione “in teoria si può ancora risolvere”. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, durante un`audizione informale sulla riforma degli enti sportivi alle Commissioni riunite Cultura e Lavoro, in cui ha parlato dell`imminente riunione del comitato esecutivo del Cio (Comitato Olimpico Internazionale) che potrebbe sancire la sospensione del Coni. Un provvedimento che impedirebbe agli atleti azzurri di gareggiare alle Olimpiadi di Tokyo al via il 23 luglio sotto la bandiera dell`Italia. “Fino al 27 gennaio, giorno in cui si riunisce il comitato esecutivo del Cio, abbiamo tempo” per risolvere la situazione, ha sottolineato nel suo intervento Malagò, “Il Cio chiede nulla di più e di diverso da quello che il governo italiano si è sempre impegnato, anche con corrispondenza specifica, di sistemare. Il primo impegno l`ha sottoscritto il governo italiano il 24 giugno 2019 nel momento della sottoscrizione dell`Host City Contract”, per l`assegnazione dei Giochi Olimpici invernali del 2026 a Milano e Cortina. “Al momento della sottoscrizione”, ha ricordato, “noi ci impegnavamo ad aderire agli articoli della carta olimpica”.

“Io credo che c`era e c`è la volontà di sistemare questa situazione, ma mi sento di dire che per colpa della politica questo discorso, a distanza esattamente di 25 mesi, non è stato risolto”, ha aggiunto Malagò, “Malgrado l`opportunità della legge delega. A me non potete chiedere cosa delibererà il Comitato esecutivo: io non ne faccio parte, sono un semplice azionista perché sono un membro del Cio. A più riprese, però, il presidente Bach in modo estremamente eloquente – e non solo lui – ha fatto presente che questa situazione è contraria all`ordinamento”. “Siamo in una situazione abbastanza particolare, la definirei drammatica sportivamente parlando”, ha spiegato Malagò in apertura di intervento, “Come penso tutti sanno, dall`entrata in vigore della legge di bilancio di fine 2018, per l`esercizio 2019, è profondamente mutata e cambiata la questione riguardante il rapporti tra la società che all`epoca si chiamava Coni Servizi e oggi si chiama Sport e Salute e il Coni. A fronte di quel mutamento, il governo precedente aveva ottenuto l`opportunità, la facoltà, il diritto e il dovere con la legge delega di andare a puntualizzare quelli che erano gli aspetti attuativi e soprattutto di chiarimento nell`ambito di quella che era solo una legge. La legge delega, poi, è stata trasferita da rappresentanti del governo precedente a quello in carica e di conseguenza ci siamo ritrovati per molti mesi nell`ambito della volontà del governo di sistemare non solo i temi riguardanti la specificità dell`indipendenza del Coni ma anche altri temi”.

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La legge delega, ha proseguito il numero uno dello sport italiano, “per la mancata condivisione di un testo che riguardava il tema dell`indipendenza del Coni, è scaduta, malgrado la proroga ottenuta dei 90 giorni dovuti alla pandemia. Oggi siamo arrivati, proprio in termini temporalià perché in particolare negli ultimi mesi c`è stata una formidabile accelerata da parte del Cio nei confronti del governo per avere prima delle spiegazioni, poi dei chiarimenti e infine garanzie per sistemare quello che, sino a prova contraria, tutti e sottolineo tutti hanno sempre riconosciuto fosse un vulnus o un contenzioso che andava sanato. Nessuno escluso, anche le persone che magari potevano sembrare più contrarie a quelli che fossero ruoli e situazioni”.

“Il punto è molto semplice”, ha evidenziato Malagò, “la carta olimpica vieta categoricamente a un comitato olimpico, qualunque esso sia, di operare per il tramite del governo. E` una pietra miliare dell`ordinamento internazionale. Attualmente la società Sport e salute è, giustamente e legittimamente, il braccio operativo del governo. E` questo il motivo per cui non si può assolutamente adottare o sottoscrivere un contratto di servizio con la società. Il Comitato Olimpico non può fare un contratto con il governo o con un organismo governativo per poter funzionare, delegando o appaltando a una società governativa. Questo è il punto centrale di tutta questa storia. Perché ci siamo ridotti così? Molto semplice. Perché questa società, che appunto poi è diventata emanazione del governo – idea non solo legittima, ma anche bella e importante – non ha scorporato nel frattempo con una giurisdizione autonoma quelle che sono le funzioni obbligate da parte del Comitato Olimpico: pianta organica, asset (à). Eravamo tutti convinti che questa cosa si risolvesse, in teoria si può ancora risolvere. Fino al 27 gennaio, giorno in cui si riunisce il comitato esecutivo del Cio, abbiamo tempo per farlo. Il Cio chiede nulla di più e di diverso da quello che il governo italiano si è sempre impegnato, anche con corrispondenza specifica, di sistemare. Il primo impegno l`ha sottoscritto il governo italiano il 24 giugno 2019 nel momento della sottoscrizione dell`Host City Contract”, per l`assegnazione dei Giochi Olimpici invernali del 2026 a Milano e Cortina. “Al momento della sottoscrizione”, ha ricordato, “noi ci impegnavamo ad aderire agli articoli della carta olimpica”.

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“Io credo che c`era e c`è la volontà di sistemare questa situazione, ma mi sento di dire che per colpa della politica questo discorso, a distanza esattamente di 25 mesi, non è stato risolto”, ha aggiunto Malagò, “Malgrado l`opportunità della legge delega. A me non potete chiedere cosa delibererà il Comitato esecutivo del Cio: io non ne faccio parte, sono un semplice azionista perché sono un membro del Cio. A più riprese, però, il presidente Bach in modo estremamente eloquente – e non solo lui – ha fatto presente che questa situazione è contraria all`ordinamento”. Infine una precisazione. Il comitato “esecutivo di mercoledì è l`ultimo, poi non ce ne sono altri”, ha chiarito Malagò, “Anche il presidente Bach scade e va quindi a rielezione, che sarà alla metà del mese di marzo, ad Atene. Ancora non si sa se noi membri saremo convocati di persona o dovremo votare da remoto. Ma ovviamente è un po` come il semestre bianco del presidente della Repubblica. Da qui a quella data non ci saranno altri esecutivi. Poi nel momento esatto in cui ci sarà l`elezione fisseranno probabilmente una calendarizzazione di altri comitati esecutivi. Ecco perché questa data di dopodomani è una scadenza assolutamente ineludibile”. “Mi sento anche di dire”, ha poi ammesso Malagò, “che ci è molto dispiaciuto – non faccio polemica, ma è un dato di fatto – che la società” Sport e Salute “ha persino definito il perimetro istituzionale del Coni, è qualcosa che non ha aiutato certo questa vicenda”.

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