Sanzioni e nucleare, tensione tra Usa e Iran. La Russia a Trump: “Grosso errore lasciare accordo”

Sanzioni e nucleare, tensione tra Usa e Iran. La Russia a Trump: “Grosso errore lasciare accordo”
In primo piano, il presidente iraniano Hassan Rohani
13 gennaio 2018

Washington commetterebbe un “grosso errore” se decidesse di abbandonare l’accordo sul nucleare iraniano. E’ quanto ha detto oggi Mosca, annunciando che si adopererà perché rimanga in vigore l’intesa siglata nel 2015 da Teheran con la comunità internazionale. “Stiamo gradualmente arrivando alla conclusione che una decisione interna da parte degli Stati Uniti di lasciare il (Joint Comprehensive Plan of Action) è già stata presa o sta per essere adottata – ha detto il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, in un’intervista all’agenzia di stampa Interfax – questo potrebbe essere uno dei più grandi errori di politica estera di Washington, un grosso errore di calcolo nella politica americana”. Secondo Ryabkov, in questa situazione Mosca deve unirsi a Europa e Cina e fare “un lavoro intenso” per mantenere intatto l’accordo: “La Russia farà quanto è in suo potere per salvare l’intesa”. Ed è lo stesso Iran a intervenire attraverso il ministro degli Esteri , Mohammad Javad Zarif, denunciando che Trump, cerca “disperatamente” di sabotare l’accordo sul controverso programma nucleare di Teheran raggiunto tra il gruppo Cinque più Uno e la repubblica islamica. Zarif ha accusato Washington di “violare già con malizia” tre parti dell’accordo, compreso quel paragrafo 26 che chiede agli Stati Uniti “di realizzare in buona fede gli sforzi migliori per sostenere questo Jcpoa e prevenire ingerenze con la realizzazione del pieno beneficio per l’Iran della revoca delle sanzioni”. Teheran argomenta che il protrarsi di sanzioni americane su altre aree non nucleari – come i diritti umani e gli esperimenti missilistici – hanno impedito alla repubblica islamica di acquistare molti dei benefici economici attesi con l’accordo. Non solo.

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Il ministero degli Esteri iraniano ha fatto sapere che gli Stati Uniti hanno “superato tutte le linee rosse di condotta nella comunità internazionale” imponendo sanzioni al capo della magistratura iraniana, Ayatollah Sadeq Amoli-Larijani, e “il governo degli Stati Uniti si assumerà la responsabilità di tutte le conseguenze di questa iniziativa ostile”. E così Teheran ha promesso “una risposta adeguata” alle sanzioni imposte ieri dal “regime di Donald Trump” a 14 tra individui ed entità iraniane per violazione dei diritti umani e per aver sostenuto il programma missilistico di Teheran. “La misura illegale intrapresa dal regime di Trump contro il capo della magistratura Ayatollah Amoli Larijani nella cosiddetta lista delle nuove sanzioni americane  – ha aggiunto il ministero iraniano – è una violazione degli impegni bilaterali e internazionali degli Stati Uniti che hanno sperato tutte le linee rosse di condotta nella comunità internazionale. La Repubblica islamica dell’Iran mostrerà sicuramente una reazione adeguata e il governo degli Stati Uniti deve assumersi la piena responsabilità delle conseguenze”. Proprio ieri, infatti, il presidente americano Donald Trump ha esteso per altri sei mesi il congelamento delle sanzioni all’Iran, mantenendo in questo modo in vita l’accordo sul nucleare con Teheran, raggiunto nel 2015 insieme a Regno Unito, Russia, Cina, Francia, Germania.

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Tuttavia il presidente americano, da sempre critico nei confronti dell’intesa, ha detto che “questa è l’ultima possibilità”. “Rinuncio all’applicazione di alcune sanzioni sul nucleare, ma solo per dare la possibilità ai nostri alleati europei di arrivare a un accordo e correggere i terribili difetti dell’accordo sul nucleare con l’Iran”, ha riportato una nota del presidente americano diffusa dalla Casa Bianca. Trump vuole infatti che il Congresso americano e gli alleati europei (non cita Cina e Russia) lavorino per rafforzare l’accordo inserendo una serie di nuove clausole. Il presidente vuole rinegoziare i termini dell’accordo con l’Europa, senza interpellare l’Iran. Allo stesso tempo vuole che sia inclusa anche la produzione di missili e che non abbia scadenza, visto che secondo i regimi attuali tra 10-15 anni l’Iran potrebbe ritornare ad arricchire l’uranio per scopi energetici. “Se in ogni momento valuterò che non viene rispettato, mi ritirerò dall’accordo immediatamente – ha continuato la nota -. Nessuno dovrebbe mettere in dubbio le mie parole. Dissi che non avrei certificato l’accordo e non l’ho certificato. Andrò avanti con questa promessa. Con questo atto chiedo ai Paesi europei chiave di unirsi agli Stati Uniti nel correggere i terribili difetti dell’accordo, fermando l’aggressione iraniana e sostenendo il popolo dell’Iran”.

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