E’ scontro aperto in Sardegna nel gruppo del M5s in Consiglio regionale, formatosi per la prima volta nella storia dell’autonomia quest’anno. Attaccata per aver votato con il centrodestra, assieme alla collega Elena Fancello, la mozione della Lega per il referendum per abrogare la parte proporzionale della legge elettorale nazionale, la consigliera pentastellata Carla Cuccu affida la sua difesa a una nota di quattro pagine. L’avvocata contesta innanzitutto, per il suo “piglio padronale”, la capogruppo Desire’ Manca, e non risparmia l’ex sindaco di Assemini Mario Puddu, candidato presidente della Regione mancato dopo una condanna in primo grado per abuso d’ufficio. “Partendo da un’idea di primazia sugli altri”, dice Cuccu della collega Desire’ Manca, dopo averle ricordato di esseresi schierata in sua difesa di fronte agli attacchi subiti per le mise scollate in Aula, “ha cercato di rafforzare la propria posizione di potere politico e personale all’interno del gruppo creando, ‘sapientemente’ contingenze che, sfruttate con insospettata maestria, inducono suggestivamente l’impressione che siano gli altri ad essere in difetto”.
L’assenza di Cuccu e della collega Cancello e’ stata notata mercoledi’ scorso a Cagliari nell’incontro che gli altri quattro consiglieri regionali M5S hanno avuto col premier Giuseppe Conte. “Ne’ io ne’ la collega Fancello siamo state informate della possibilita’ di incontrarlo”, spiega l’avvocata cagliaritana, “e, tantomeno, invitate e le successive richieste di chiarimento su questa ulteriore esclusione”. Cuccu poi ricorda quanto accaduto lo scorso giugno in occasione di un ricorso elettorale davanti al Tar: “Sono stata ingiustamente strumentalizzata ed attaccata per aver esercitato un diritto civico dinnanzi al Tar, mentre la analoga condotta dell’altro collega, improntata allo stesso spirito, e’ stata taciuta, ben celata ed elogiata”. E poi c’e’ la questione dei versamenti al Movimento, che le due consigliere sono state accusate di aver omesso.
“A ridosso di Ferragosto, io e la collega Fancello ci siamo trovate di fatto ‘impossibilitate’ ad essere cointestatarie, assieme agli altri 4 componenti del Gruppo regionale, del Conto corrente dedicato per le restituzioni di noi consiglieri pentastellati, magari per essere attaccate un domani con l’accusa di ‘non fare i versamenti, invece, a tutt’oggi, accantonati”. “Ad impreziosire la platea dei detrattori trovo poi emblematicamente perfino Mario Puddu che non e’ dato capire a che titolo parli con la stampa del M5s, violando, pertanto, le nostre regole interne, dato che non ricopre nessun tipo di incarico, come previsto dallo Statuto”, contrattacca Cuccu.
“Vero e’ che un condannato in primo grado per abuso d’ufficio, plastico responsabile della debacle elettorale, che oggi invoca quegli stessi provvedimenti espulsivi caldeggiati, e ahime’ ottenuti, contro attiviste e consiglieri comunali ree di aver scoperchiato una situazione per la quale, ferma la presunzione d’innocenza, ha comunque ottenuto in primo grado una condanna per abuso d’ufficio”. “C’e’ qualcosa di preoccupantemente opaco in queste manovre d’attacco e confido che il nostro Capo politico”, auspica Cuccu rivolta a Luigi Di Maio, “o comunque il collegio dei probiviri provvedano adeguatamente a far rinsavire chi, con invettive da ballatoio, sta danneggiando seriamente l’immagine politica del MoVimento, minando l’incisivita’ dell’azione del collettivo per fini di potere personale”.