L’esito del voto alle Regionali in Sardegna che, con le operazioni di scrutinio ancora a rilento, vede concretizzarsi lo spettro dell’Abruzzo sul Movimento cinque stelle “non va enfatizzato”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, da Sharm el Sheik dove è impegnato nel vertice Ue-Lega araba, invita a non ingigantire il rilievo di questo voto amministrativo nel quale il candidato governatore del Movimento cinque stelle, Francesco Desogus, rischia di arrivare solo terzo, distaccato ampiamente dal testa a testa che si profila tra quello del centrodestra, in ampio vantaggio, Christian Solinas e da quello del centrosinistra Massimo Zedda, che prova a inseguire.
Lo spoglio delle schede, iniziato stamani alle 7, procede a rilento e l’unico dato completo è quello sull’affluenza: hanno votato 790.709 elettori, pari al 53,77% degli aventi diritto: 396.459 maschi e 394.250 femmine. Al momento sono state scrutinate solo 67 sezioni su 1.840: Solinas è in testa con il 47,2% dei voti, Zedda lo insegue con il 35,3%, Desogus è terzo con grande distacco al 10,3%. Il Movimento cinque stelle aveva raccolto oltre il 42% dei voti alle Politiche di un anno fa, percentuale che appare lontanissima da quella individuata per il partito dai primi scrutini. Anche se, puntualizzava una nota del M5s ieri sera quando i primi exit poll non facevano ben sperare, è “scorretto” parlare di “flop M5s” perché “il Movimento non c’era 5 anni fa in Sardegna ed è oggi primo partito” e il paragone infausto con l’Abruzzo – dove ha vinto il centrodestra – non tiene perché “anche lì sono aumentati gli eletti rispetto a cinque anni fa”.
Insomma, osserva la vicepresidente del gruppo M5s al Senato Alessandra Maiorino, “il M5S in Sardegna si è proposto senza impresentabili e per la prima volta entra nel Consiglio regionale dove intendiamo lavorare con umiltà e determinazione”. Ma soprattutto, ha ribadito Conte, “non ritengo che dagli esiti” del voto in Sardegna “potrà derivare qualche conseguenza sul governo nazionale” e comunque, prima di qualunque valutazione politica, è necessario attendere i risultati ufficiali. “Non mi stancherò di ripeterlo, è inutile – ha rilanciato Luigi Di Maio – che si confronti il dato delle amministrative con quello delle politiche. Io non vedo nessun problema e tra l’altro il governo è al lavoro sui dossier più importanti: per il governo non cambia niente”.
Ma dalle parti di Forza Italia è forte il pressing sulla Lega perchè stacchi la spina al governo giallo-verde. “Cade anche il mito dell’autosufficienza della Lega: il centrodestra è competitivo solo se unito e plurale”, osserva Mara Carfagna, vicepresidente azzurra della Camera. Per Laura Ravetto il messaggio degli elettori alla Lega è uno: c’è “voglia di governo di centrodestra”. A sinistra e nel Pd circola un ragionamento analogo sulla compatezza del centrosinistra che “se unito torna competitivo”. Se l’andamento dei primi scrutini sarà confermato, spiega Vasco Errani (Leu), “si rafforza un segnale che era già arrivato dall’Abruzzo di un centrosinistra che torna competitivo, con un candidato credibile ed un progetto nuovo e chiaro che ha coinvolto un campo largo di forze”. Un plauso a Massimo Zedda e “al grande lavoro che ha fatto” anche dal candidato alla segreteria del Pd Maurizio Martina.