Cronaca

Scandalo in Federcalcio, Gravina indagato per autoriciclaggio

La formale iscrizione nel registro con l’accusa di autoriciclaggio è avvenuta in concomitanza con l’avvio dell’interrogatorio richiesto dallo stesso vertice di via Allegri al fine di “dissipare ogni dubbio sulla sua condotta”. Il confronto con gli inquirenti, della durata di circa un’ora, si è svolto nell’ambito dell’indagine avviata su impulso della Direzione nazionale antimafia riguardante presunte attività illecite imputate a Gravina.

“A seguito di distorsioni della verità dei fatti e strumentalizzazioni subite negli ultimi giorni, nonostante non sia formalmente indagato, Gravina ha richiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze che lo riguardano”, hanno dichiarato i suoi legali, Leo Mercurio e Fabio Viglione. Il resoconto dell’interrogatorio sarà incluso nel procedimento investigativo finalizzato a un’analisi dettagliata degli eventi. Il procuratore capo Francesco Lo Voi ha programmato un incontro con i responsabili del procedimento per delineare una strategia da seguire.

Il procedimento investigativo verte su varie questioni riguardanti presunte irregolarità, tra cui l’assegnazione del bando del 2018 per il canale tematico della Lega Pro di calcio alla Isg Ginko, la presunta compravendita di una collezione di libri antichi di proprietà di Gravina e l’acquisto di un appartamento a Milano da parte del presidente della Federcalcio. Gli inquirenti presteranno particolare attenzione all’ultima questione per quanto riguarda la competenza territoriale e la possibile trasmissione del caso alla procura di Milano.

Al momento non è stato stabilito un calendario per ulteriori interrogatori o convocazioni, né sono previsti incontri tra i pubblici ministeri di Roma e quelli di Perugia, dove sono indagati per abuso d’ufficio e falso (il cosiddetto dossieraggio) il finanziere Pasquale Striano e il pm della Dna, Antonio Laudati. Secondo l’accusa dei pm umbri, Striano avrebbe ottenuto informazioni privilegiate sull’appalto della Lega Pro e successivamente avrebbe cercato altre informazioni su Gravina, che è stato precedentemente interrogato come testimone a Perugia.

Il tenente della Guardia di Finanza, in accordo con Laudati, avrebbe elaborato un rapporto sostenendo di aver ricevuto tali informazioni dalla Procura di Salerno (dettaglio poi rivelatosi falso) e di averle ottenute tramite attività investigative proprie. Gli inquirenti umbri, dopo aver scoperto l’accesso illegittimo di Striano, hanno considerato l’opportunità di inviare gli atti a Roma per verificare eventuali illeciti, in particolare riguardanti il ruolo di Gravina, all’epoca presidente della Lega Pro.

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