Aragoste e champagne, si dimette ministro della Transizione ecologica di Macron
Spese pazze all’ombra dell’Eliseo. Cene di gran lusso con amici quando Francois de Rugy era presidente Assemblea
Il ministro francese della Transizione ecologica Francois de Rugy ha presentato le dimissioni, travolto dallo scandalo delle spese pazze quando era presidente dell’Assemblea nazionale. Preso di mira dalle rivelazioni del sito Mediapart sulle sue cene “informali” a suon di aragoste giganti e vini da 500 euro la bottiglia e sulla costosa ristrutturazione dell’appartamento di servizio all’Assemblea nazionale, de Rugy fino a qualche giorno fa sosteneva di avere l’appoggio del presidente Emmanuel Macron ed escludeva di lasciare. Il ministro, in un post su Facebook ha detto di aver presentato una denuncia per diffamazione contro Mediapart, spiegando che questo lo ha convinto a “prendere la distanza necessaria” per questa “mobilitazione necessaria per difendersi”. Il ministro ha attaccato “le parole false” e “un partito preso militante che è la consuetudine di questo sito internet”. De Rugy ha detto che “non ci sono state cene tra amici finanziate dall’Assemblea nazionale”, ma “cene di lavoro informali” con “un paleontologo”, “un direttore degli studi a Sciences Po” o “capi azienda”.
Mediapart la scorsa settimana ha descritto una decina di cene, con aragoste e “grands crus”, che hanno avuto luogo tra ottobre 2017 e giugno 2018, con un numero di invitati tra i sei e i trenta, appartenenti al circolo di amici e relazioni della moglie di de Rugy, Séverine Servat, giornalista di gossip. Tra gli invitati, familiari dell’attuale ministro e amici della moglie. Le foto di madame de Rugy in posa davanti a una bottiglia di Mouton Rothschild 2004 e di monsieur de Rugy davanti a un a tavola adornata di petali di rosa per San Valentino hanno fatto il giro dei social media. La portavoce del governo Sibeth Ndiaye, ha detto nel pomeriggio a Franceinfo che il premier Edouard Philippe ha accettato le dimissioni del ministro. Le rivelazioni di Mediapart hanno creato parecchi mali di pancia nel Paese nove mesi dopo l’inizio del movimento di protesta dei gilet gialli, in un momento in cui l’esecutivo cerca di tagliare il budget.
Malumori anche all’interno del partito del presidente: un dirigente de La Republique en Marche che ha voluto restare anonimo si è sfogato con Le Monde sull’effetto “devastante” sull’opinione pubblica delle inchieste di Mediapart. “E’ una storia scandalosa. E’ precisamente quello di cui ci accusano i gilet gialli! Rischia di accreditare l’idea che i ministri sono pieni di soldi e s’ingozzano a spese del contribuente. Sul piano simbolico è molto pesante”. Oggi da Belgrado, dove si trova in visita ufficiale, Macron ha chiesto a Philippe di “fare la massima chiarezza” sulla vicenda, e ha detto che al termine dell’indagine vanno fatte “proposte basate sui fatti”. François de Rugy era arrivato al ministero dell’Ambiente a settembre al posto di Nicolas Hulot, che aveva lasciato a sorpresa, con uno stile più politico, pragmatico e controllato di quello della star dell’ambientalismo d’Oltralpe.